Beko Europe, cresce la protesta: due ore di sciopero dei lavoratori

Due ore di sciopero e un presidio dei lavoratori davanti al sito produttivo senese di Beko in viale Toselli. Si alza il livello della protesta e della mobilitazione, dopo che la multinazionale turco-statunitense non ha ancora comunicato un piano industriale per i siti produttivi italiani ed europei e dopo la decisione di chiudere due stabilimenti in Polonia, con 1.800 dipendenti che hanno perso il lavoro. Nel frattempo i sindacati continuano a chiedere una nuova riunione al tavolo ministeriale dopo l’incontro che è stato tenuto nello scorso giugno: in quel momento la multinazionale si era detta pronta a tornare a incontrare i sindacati a settembre, ma un appuntamento al ministero non è ancora stato fissato.

La situazione, dunque, è tesissima. I lavoratori senesi (e in viale Toselli oggi sono occupate 299 persone) sono preoccupati per il loro futuro. Anche a settembre i dipendenti Beko hanno a Siena sette giorni di cassa integrazione. Intanto un nuovo incontro su questa vicenda al tavolo regionale si terrà il prossimo 8 ottobre.

I sindacati avevano richiesto la presenza di esponenti del mondo politico al presidio e sciopero di questa mattina. Così è stato, perché allo stabilimento di viale Toselli sono arrivati sia rappresentanti della maggioranza cittadina che delle opposizioni. Le opposizioni, intanto, hanno presentato un’interrogazione urgente con la richiesta che nella prossima assise cittadina si torni a fare il punto sulla vicenda Beko e “per conoscere – si legge nell’interrogazione – lo stato delle relazioni tra il Comune e il governo nazionale sulla prospettiva dello stabilimento Beko Europe di Siena e quali azioni immediate intenda assumere l’amministrazione a tutela e garanzia dello stabilimento cittadino”.