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Beko, Fabiani avverte: “La vertenza a Siena non è chiusa. E il Governo deve sforzarsi economicamente per il sito”

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In viale Toselli siamo ancora lontani dal fischio finale e la partita è tutt’altro che conclusa: su Beko Europe a lanciare un monito forte alle istituzioni è Valerio Fabiani

“La vertenza non è affatto chiusa – afferma – . Se qualcuno pensa di averla già archiviata, magari individuando Siena, il suo stabilimento, la città o addirittura l’intera Toscana come l’agnello sacrificale, si sbaglia di grosso. Lo dico chiaramente, soprattutto considerando che nei prossimi passaggi noi, come istituzioni territoriali, non siamo stati invitati. Mi auguro che questo monito arrivi forte e chiaro a tutti. È necessario riaprire un confronto serio e diretto con l’azienda, richiamandola al rispetto dei principi costituzionali e alle sue responsabilità”.

Il consigliere per le crisi aziendali della Regione è reduce dal tavolo al Ministero delle Imprese dove si è parlato di soluzioni per l’impianto. Con lui il vicesindaco Michele Capitani e la sottosegretaria Fausta Bergamotto.

“Purtroppo al momento per Siena non c’è nulla di concreto – è la considerazione di Fabiani -. Si parla di una produzione limitata fino alla fine dell’anno, ma questo sembra più legato ai tempi necessari per avviare la dismissione che a un reale progetto di rilancio. Anche la promessa di mantenere i rapporti di lavoro fino al 2027 dipende dalla disponibilità del Governo a intervenire con ammortizzatori sociali. E mi sembra un impegno piuttosto ridotto rispetto alla gravità della situazione che stanno vivendo i lavoratori e il territorio”.

Dal Ministero ieri si è tornati a ribadire la necessità di una reindustrializzazione messa in campo da un attore pubblico. Il consigliere però torna a chiedere il massimo sforzo alla multinazionale.

“Ci aspettiamo che una parte dei 300 milioni di euro che Beko ha dichiarato di voler investire in Italia venga destinata in viale Toselli – ha aggiunto – , per modernizzarlo e facilitare un processo di reindustrializzazione”.

E maggiore impegno è chiesto anche a Palazzo Piacentini: “Serve il supporto del Governo con strumenti adeguati. Se si chiede un sacrificio straordinario agli enti locali, ci aspettiamo altrettanto a livello nazionale”.

Intanto per marzo agli operai sono state comunicate dieci giornate di cassa integrazione.

MC