Lo stabilimento Beko di Siena, secondo Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, e Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, è “destinato alla chiusura”. I due sindacalisti lo hanno scritto in una nota dopo aver partecipato all’incontro al Mimit con l’azienda. Beko, si legge, “prospetta chiusure annunciate di fatto negli scorsi mesi, a causa della riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell’utilizzo di meno del 40% della capacità installata degli stabilimenti italiani”. In particolare, aggiungono, “solo la filiera del cooking presente a Melano, nell’Anconetano, e in parte a Cassinetta risulta per l’azienda vantaggiosa dal punto di vista delle tecnologie e dell’innovazione del prodotto. Mentre gli stabilimenti di Beko in Italia nei settori del lavaggio, a Comunanz, e della refrigerazione, a Cassinetta e a Siena sono evidentemente destinati alla chiusura”. La chiosa: ” Riteniamo si stia per completare il piano di disimpegno dall’Italia, come avevamo già denunciato quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascita di Beko Europe per il rischio di sovrapposizioni di produzioni e stabilimenti. Al Governo abbiamo chiesto di chiarire in che modo intenda garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti. È chiaro che il Golden Power annunciato non funziona, serve una garanzia reale di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. È per questo che insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle lavoratrici e ai lavoratori, organizzeremo la nostra lotta contro l’ennesima, inaccettabile dismissione industriale”.