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Una nuova società ad hoc, creata dalla Regione e con la presenza di Comune e Provincia, che sia a maggioranza pubblica ma che trovi anche privati tra gli azionisti: potrebbe essere uno degli strumenti ‘utili’ alle istituzioni locali per rilevare lo stabilimento Beko Europe di viale Toselli.
Archiviato il tavolo al Ministero delle Imprese di ieri, oggi si inizia a ragionare sul come affrontare la nuova partita e cioè quella di acquisire l’impianto in vista di un’eventuale reindustrializzazione.
L’unica certezza ad ora è che i turchi se ne andranno, ma con due anni di ritardo rispetto a quella che era la loro tabella di marcia. Beko saluterà Siena alla fine del 2027 anche se la produzione cesserà, come previsto nel piano industriale, alla fine di quest’anno.
Per i lavoratori si prospettano due anni di ammortizzatori sociali. “Con la Regione Toscana e il Comune – aveva assicurato Adolfo Urso al tavolo – , ci impegniamo a definire una soluzione per lo stabilimento della città, puntando a creare le migliori condizioni per il subentro di un nuovo investitore dopo dicembre 2027”.
Il ministro poi avrebbe sottolineato che ci sarebbe la possibilità di veicolare investitori stranieri su viale Toselli, per una reindustrializzazione dell’area.
Per comprare la struttura, di proprietà della società Duccio Immobiliare, servirebbe una cifra che oscilla tra i cinque e i sei milioni di euro. A queste risorse di dovrebbero aggiungere anche le spese per una bonifica della zona.
Intanto in viale Toselli stamani è ricominciato il presidio dei lavoratori fuori dai cancelli. E per stasera è in programma dalle 20.30 la cena solidale a sostegno degli operai, che si terrà al circolo Arci di Sovicille.
Il nuovo round al Ministero delle Imprese con il tavolo tra Beko, istituzioni e sindacati è atteso per il febbraio. La priorità resta quella di mantenere l’azienda nella trattativa, nell’attesa di realtà che possano entrare nello stabilimento.
Oggi dalle istituzioni è intervenuto il presidente della provincia Agnese Carletti, che ha evidenziato come sia non accettabile un disimpegno dell’azienda su viale Toselli: “Attendiamo che l’azienda a questo punto nel nuovo piano industriale non parli più di dismissioni ma di una nuova prospettiva e occupazionale. A fronte di questo impegno potrà essere valutata, ciascuno per le proprie competenze, anche la questione dell’immobile ma esclusivamente in una logica di salvaguardia e continuità nel mantenimento degli attuali posti di lavoro”.
MC