Più domande che risposte emergono per Daniela Miniero dall’incontro che il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha tenuto con i sindacati a Roma sulla vertenza Beko. Il timore, per la segretaria della Fiom Cgil di Siena, è che quel semestre di tempo che la compagnia si è data per presentare un piano industriale porti ad effetti sgraditi sul sito ex-Whirlpool di viale Toselli, che occupa 300 lavoratori.
Senza incentivi presi dall’azienda non si potrà fermare il calo di produzione che da tempo si fa sentire nello stabilimento senese: un fattore che potrebbe essere preso in esame in eventuali analisi di mercato.
“Non vorrei che Beko trovasse un alibi per poi giustificare un depotenziamento della struttura o una delocalizzazione verso il sito gemello in Polonia”, questa la paura espressa dalla sindacalista che poi ha commentato quanto uscito fuori dal tavolo tra sigle e Ministero a palazzo Piacentini.
Se da un lato c’è soddisfazione per la presa di impegno di Urso, che intende favorire un’incontro tra Beko e parti sociali entro il mese di giugno, dall’altrosi segnala la troppa “fumosità” di alcuni punti. Il primo, appunto, è costituito dai ritardi di un piano che per i sindacati doveva essere presentato prima della fusione Arcelik-Whirlpool e che tarda ad arrivare.
Poi ci sono le incognite sulla misura del golden power, che il Governo aveva adottato lo scorso 1 maggio 2023, durante un Consiglio dei ministri. A poco, per Miniero, servono le assicurazioni date dall’Esecutivo. “Non sappiamo cosa contenga questa misura – spiega -. Non sappiamo se si limiti a multare la multinazionale. Non sappiamo cosa è stato deciso in termini di mantenimento occupazionale. Stiamo brancolando nel buio”.