La Beko “ha fatto circolare un messaggio ai lavoratori in linea di montaggio: invece di presidiare l’assemblea davanti alla portineria, dove era previsto un incontro” con Maurizio Landini, “sono stati invitati a sedersi nelle postazioni designate per motivi di sicurezza”. Lo fa sapere il segretario Uilm Uil Siena Massimo Martini.
“Secondo quanto riferito – prosegue-, la procedura, già adottata in precedenti occasioni, non è stata dettata da reali problemi di sicurezza, bensì per agevolare il lavoro dei media e organizzare meglio la situazione. In risposta a questa imposizione, i lavoratori hanno deciso di scioperare fino alla fine del turno”.
Beko “ha reagito in modo scomposto e, direi, fuori luogo – dice invece Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena -. Sono state adottate forzature al limite del consentito, mostrando persino un comportamento antisindacale. Non volevano permetterci di svolgere l’assemblea nel piazzale interno, una pratica che abbiamo sempre adottato senza problemi. Stamattina, invece, sono sorte inutili frizioni, senza un motivo apparente. È evidente che l’attenzione mediatica su questa vertenza e la mobilitazione che stiamo portando avanti, sempre in modo corretto e rispettoso delle regole, stanno iniziando a dare fastidio alla multinazionale”.
L’azienda, aggiunge, “pensava di poter cancellare Siena con un colpo di spugna, ma la città, che inizialmente veniva considerata l’anello debole, è ora il vero punto di forza che sta bloccando la trattativa”.
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