Fabrizio Bindocci ama guardare il bicchiere mezzo pieno. E crede che il 2024 possa essere un anno positivo per il principe dei rossi.
Il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino parla dopo che il Benvenuto Brunello 2023 è andato in archivio con gli assaggi delle nuove annate in Regno Unito, Canada, Svizzera, Cina, Giappone e Stati Uniti.
“Quest’edizione è andata molto bene. C’era grande attesa per l’annata 2019 che è stata giudicata a cinque stelle, il massimo della qualità – dice Bindocci – . E tra giornalisti e operatori del settore si è visto grande interesse”.
Gli oltre 2,2 milioni di fascette consegnate sono il segno di buon auspicio per il futuro. Ma il territorio ilcinese però può contare anche sulla medaglia d’oro che la Top 100 di Wine spectator ha dato al Brunello 2018 della cantina d’Argiano, giudicato il miglior vino al mondo. “Il Benvenuto Brunello si traina da solo visto che è un evento seguito e aspettato da molti. Chiaramente però un risultato come questo aiuta – ammette Bindocci -. E non aiuta solo l’azienda ma tutta la denominazione. Il 2018 d’Argiano è un’annata piccola” in termini di produzione “ma questo dimostra la grande qualità dei nostri”.
Qualità che, come ricorda il presidente del Consorzio, si trova anche nei numeri visto che, dal 1998 ad oggi, il Brunello è finito quindici volte tra i primi dieci nel ranking dello stesso Wine spectator.
Adesso si attende di chiudere il 2023 con il bilancio della vendemmia. Un calo nella produzione è previsto ma Montalcino, secondo Bindocci, ha retto comunque alla peronospora. Il vino infine tocca i soliti livelli d’eccellenza.
MC