Il bilancio, approvato dalla Deputazione Generale, è stato illustrato in una conferenza stampa oggi, 21 giugno, dal presidente della Fondazione Gabriello Mancini, dal vicepresidente Vittorio Galgani e dal direttore generale (provveditore) Marco Parlangeli.
Il dato dell’esercizio 2010, che si inquadra anche nelle difficoltà economiche di questi ultimi anni a livello italiano ed internazionale, ha due ragioni principali. In primo luogo il mancato dividendo nel 2010 da parte di Banca Monte dei Paschi.
A ciò si aggiunge il considerevole sforzo richiesto alla Fondazione Mps per aderire all’aumento di capitale varato dall’istituto di credito senese che ha visto la necessità di destinare 150 milioni di euro al fondo oscillazione titoli, in conseguenza della quale è avvenuto il trasferimento dal comparto immobilizzato a quello dell’attivo circolante delle partecipazioni di Mediobanca e Intesa (poi ceduta).
Tali eventi hanno inciso profondamente sul bilancio 2010, ma la Fondazione ha comunque sostenuto e condiviso le decisioni della Banca, convinta della necessità di doverne favorire il rafforzamento patrimoniale, tutelando così un bene primario della comunità senese e al tempo stesso continuando a garantirne indipendenza strategica, non scalabilità e legame con il territorio.
“L’aumento proposto di quasi due miliardi e mezzo di euro costituisce un’operazione importante – ha rilevato il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini – che consentirà a Banca Mps di rafforzare la propria dotazione in termini di capitale, rispondendo ai requisiti di Basilea III, ed anche di rimborsare i Tremonti Bond. La scelta di aderire a tale aumento, destinata a portare frutti significativi di lungo periodo, avrà nel breve termine conseguenze rilevanti per la Fondazione, per le istituzioni, per tutto il territorio. L’attività istituzionale della Fondazione, già parzialmente ridotta nel 2010, subirà, in questo e nei prossimi anni, un’ulteriore contrazione. È un momento delicato, per la Banca, per la Fondazione, per tutti i senesi, un momento che potrà essere superato soltanto con un deciso ritorno alla redditività da parte del Monte”.
“E’ per questo – ha proseguito Mancini – che anche nella recente assemblea abbiamo chiesto alla Banca di tornare rapidamente a crescere attraverso vari obiettivi: recupero di redditività, diminuzione dei costi, proseguimento della riorganizzazione, valorizzazione delle filiali, potenziamento del front office, riduzione dei tempi di risposta alla clientela, attuazione del piano industriale. Tutti aspetti su cui, come azionisti, vigileremo con attenzione”.
In questo momento di doverosa austerità e di rigore la Fondazione Mps è chiamata a valutare attentamente su come far fronte al suo compito istituzionale di supporto al territorio di riferimento.
A differenza degli anni scorsi non ci sarà il bando ordinario per i progetti di terzi e sono in corso di valutazione le forme con cui erogare risorse, comunque molto limitate, da destinare alle principali emergenze del territorio (relativamente ai settori dello sviluppo economico e del sociale) ed agli impegni pluriennali.
Per quanto riguarda i progetti propri verrà previsto un contenimento degli stanziamenti in base alle effettive necessità ed ai programmi già predisposti, senza comprometterne la loro operatività.
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