Dopo l’intervento del consigliere Leonardo Pucci in consiglio comunale, che aveva messo la pulce nell’orecchio sulla situazione presunta di Tls – salvo poi dichiarare che aveva sentito voci in merito – arriva una nota a firma dei consiglieri Gianluca Marzucchi e Adriano Tortorelli:
“Sempre più spesso fonti autorevoli segnalano le enormi difficoltà finanziarie e di bilancio in cui si trova Toscana Life Sciences. Una vicenda che merita l’attenzione del mondo politico ed economico di Siena, per i riflessi occupazionali, e per il ruolo che Toscana Life Sciences avrà nella prospettiva del futuro Biotecnopolo – si legge-. La vicenda profila una sorta di inevitabile salvataggio, che peserà sul patrimonio della Fondazione Monte dei Paschi, e quindi della città. Se ciò avverrà, appare indispensabile che gli organi decisori di Toscana Life Sciences, siano invitati a rassegnare le proprie dimissioni per garantire un nuovo corso, e connesso ad esso, un progetto credibile e di prospettiva per un settore dal quale la comunità senese si aspetta molto”.
Il ruolo del Biotecnopolo appare dunque cruciale in questa situazione delicata sulla quale Fondazione Mps sta lavorando con attenzione ma a ritmo serrato.
“Aspetto che parta, quando partono me lo dicono. Io sono pronto” ha detto intanto oggi Rino Rappuoli, direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena, parlando dell’attività del Biotecnopolo stesso chiamato a svolgere le funzioni di hub antipandemico attraverso il Centro nazionale antipandemico, a margine di una conferenza-dibattito oggi all’Università di Firenze sul tema dei vaccini.
“Il Biotecnopolo lavorerà su tecnologie nuove – ha spiegato – che servono per prepararsi meglio alle malattie emergenti, per l’antibiotico-resistenza, per i tumori, per malattie comuni, per tante altre cose. Avere un centro all’avanguardia nelle nuove tecnologie permette di affrontare tante cose. Poi quello che uno vuole affrontare lo deve decidere, e dare le priorità”.
Secondo Rappuoli, “se noi facciamo un centro antipandemico non ci potremo preparare per tutto, è impossibile; come anche i Paesi più ricchi come gli Usa, l’Inghilterra, il Giappone non potranno prepararsi per tutto, e quindi con tutti quelli che hanno il compito per prepararsi per le malattie emergenti per il futuro, ci stiamo mettendo insieme a livello internazionale. Non è un’alleanza- ha aggiunto -, perché non è una cosa scritta, ma è una convergenza, un accordo tacito per fare una collaborazione internazionale per fare delle cose in modo che tutto il mondo sia meglio preparato”.