“Sembra di assistere ai saldi di fine stagione: crediamo non corretto né rispettoso per la città che un governo dimissionario e che entro poche settimane sarà del tutto sostituito, provveda ad effettuare le nomine per il Biotecnopolo”. Così interviene l’esecutivo di Genesi-Generazione Siena, presidente Elisa Romei – sulle insistenti voci che indicano il governo uscente come l’organo che effettuerà le prime nomine di questo nuovo istituto.
“Un investimento da centinaia di milioni di euro – prosegue il comunicato – che potrebbe essere un volano di crescita per il territorio e la città, già provata per passate scelte che ne hanno impoverito il tessuto economico, è giusto che venga indirizzato da donne ed uomini di completa fiducia dall’esecutivo che a brevissimo verrà scelto dagli elettori. Qualunque esso sia. Contrariamente si rischierebbe di avere un ente poco in linea con l’amministrazione centrale dello Stato, con le relative difficoltà per effettuare scelte strategiche con esiti per Siena che neppure vogliamo immaginare”.
Sulla stessa linea è intervenuta anche Uniti per Siena che ha rilasciato una nota: “L’apertura a Siena del Biotecnopolo è stata salutata da tutti come una grande conquista. Giustamente, diciamo, poiché erano anni che nella nostra città non avevamo un’opportunità del genere. Ma proprio perché è una grande opportunità le nomine per la gestione di questo assetto strategico, a livello nazionale, non dovrebbero essere fatte di corsa, solo perché chi vorrebbe metterci il cappello sopra ha paura che, con le elezioni che si avvicinano, perderebbe quasi sicuramente la posizione privilegiata in cui si trova. Tutti sanno che questo tipo di nomine sono principalmente politiche, prima che strettamente di merito scientifico, ed è una cosa stucchevole che una classe dirigente dimissionaria si voglia arrogare una prerogativa del genere, solo per mero interesse e non perdere la possibilità di continuare a comandare sotto altre forme. Il Biotecnopolo sarà un asset strategico per Siena e l’intero paese, quindi voler fare così in fretta non gioverebbe sicuramente agli interessi nazionali, ma solo agli interessi di pochi”.