Siena

Biotecnopolo, il progetto Prometheus convince ma non troppo. Il cts punta a coinvolgere tutta la filiera senese

Così Epimeteo ebbe la meglio su Prometeo: non poteva trovare metafora più calzante la risposta al progetto Prometheus che oggi è stato discusso e analizzato dal comitato tecnico scientifico della Fondazione Biotecnopolo durante una riunione che sembra essere stata piuttosto vivace e che avrebbe portato a una decisione rispondente più alla mitologica lungimiranza e ragionevolezza di Epimeteo che all’approvazione in toto del progetto intitolato a Prometeo, appunto.

Un progetto importante e ampio, forse troppo. Perché pare che se una decisione c’è stata, sia stata quella di puntare sull’allargamento della platea di aziende senesi da coinvolgere in un nuovo progetto, e di qui una serie di controproposte da rinviare al cda per avere una valutazione.

Quindi, di fatto, non sarebbe passato il progetto Prometheus ma alcune parti ritenute di forte interesse scientifico sarebbero state analizzate in maniera approfondita e inviate al cda, che ha potere di ratifica.

Un passo importante, se venisse confermata questa volontà, che darebbe possibilità all’intera filiera senese delle scienze della vita di partecipare, quindi di dare risposta concreta a quella volontà di creare qui, in terra di Siena, il Biotecnopolo e il Centro nazionale antipandemico. Almeno in questo, Siena può davvero vantare un primato mondiale e se oggi davvero la discussione avesse trovato questa unità d’intenti, il passo sarebbe davvero importante in virtù di una strada da percorrere attraverso la condivisione e la collaborazione. Niente di meglio.

Tanto per ricordarlo, il progetto Prometheus è molto ampio: coordinato da Paolo Rossi, direttore della cattedra di Pediatria all’Università di Tor Vergata, ruota attorno allo sviluppo di anticorpi monoclonali antiinfettivi, da riprodurre poi in maniera rapida anche a livello industriale.

Il progetto era stato presentato in Regione, per ampliare la conoscenza del progetto. Tra l’altro la riunione è avvenuta proprio quando è stato pubblicato il nuovo statuto, che la prossima settimana potrebbe andare sulla Gazzetta Ufficiale. Rispetto a quello precedente, le principali novità riguardano la dotazione finanziaria, con i 340 milioni che non sono più presenti tra i vari articoli ed è da capire se siano starti del tutto tagliati come sembra, oppure se saranno concessi a fronte della presentazione di progetti validi.

Poi l’introduzione della figura del direttore generale e la rimodulazione del ruolo del direttore scientifico, non più organo ma figura dirigenziale; la rimozione della Fondazione Toscana Life Sciences dal novero dei soci fondatori. Restano quindi i quattro ministeri coinvolti dall’inizio.

Ma non c’è da farsi mangiare il fegato dalle aquile, questo potrebbe davvero essere il primo passo verso una base solida per il Biotecnopolo.

Katiuscia Vaselli

marco crimi

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