“Il presidente della Fondazione Toscana life sciences, nonché vicepresidente di Confindustria Toscana sud, sottolinea come il Biotecnopolo sia un’occasione unica di sviluppo. Naturalmente sono d’accordo, come sostengo da tempo che lo possa essere un distretto industriale di Scienze della vita, con le sue potenzialità di applicazione che vanno ben oltre il settore chimico-farmaceutico, quindi un volano occupazionale di più ampia portata, per Siena e provincia”. Si apre così la nota diffusa oggi da Cgil Siena e firmata da Fabio Seggiani, segretario generale del sindacato su Siena.
“In tempi che precedevano anche solo l’idea del Biotecnopolo – prosegue Seggiani -, avevamo messo a disposizione la nostra proposta di distretto industriale con una riunione convocata ad hoc dalla Camera di commercio alla presenza di tutte le rappresentanze sociali del territorio, per sostenere come con questo progetto si potesse costruire il futuro, non solo occupazionale, di Siena. Ora il Biotecnopolo può essere un acceleratore del percorso proposto dalla Cgil, sia per le risorse economiche (mai viste su questo territorio) sia per l’attrattività che il suo peso scientifico determina, in una situazione economica e di posti di lavoro che, citando solo le crisi conclamate di Mps e Whirlpool, vede un generale impoverimento del sistema produttivo e delle dinamiche dei redditi. In questo nuovo quadro sarebbe urgente un confronto tra parti sociali ed istituzioni, sempre utile e di solito estremamente proficuo in terra senese, su come le risorse possano diventare davvero un fattore di sviluppo sociale e occupazionale diffuso e come si possa realizzare un progetto che alla ricerca biotecnologica, applicata anche al tessile, agroalimentare e vitivinicolo, leghi un percorso industriale di produzione diretta e indiretta. A ciò si affiancherebbe un sistema di servizi integrati per favorire gli investimenti delle aziende presenti e future, ovvero in infrastrutture, logistica, digitalizzazione, economia circolare ed energia, tanto per fare degli esempi, che potrebbe dare lavoro a tante persone anche fuori dal recinto prettamente scientifico, persino in ambito socio-educativo”.
“La Fondazione Tls, nata da un’idea pubblica con risorse pubbliche, è un ente no-profit che oltre a non distribuire dividendi (e ci mancherebbe!) – prosegue il comunicato – ha nella sua mission quella di essere un incubatore d’imprese ed è uno degli strumenti che il territorio possiede per determinare come si può costruire il distretto industriale di scienze della vita intorno al Biotecnopolo. In questo ragionamento mi sorprende il silenzio delle associazioni datoriali, che evidentemente, a differenza della Cgil, non intravedono per coloro che rappresentano gli interessi di sviluppo che tale opportunità potrebbe mettere a loro disposizione”.
“Io penso invece che potremmo costruire a Siena un modello industriale che sia attrattivo per i giovani, che dia una possibilità di ricollocazione per lavoratrici e lavoratori vittime della crisi e che crei nuovi posti di lavoro, andando ben oltre i numeri annunciati, con il valore aggiunto del recupero di siti abbandonati nelle aree industriali della cintura senese. Credo che sia il momento di confrontarsi su questi temi, chi c’è batta un colpo” conclude infine Fabio Seggiani.