A Siena la nascita del nuovo Biotecnopolo non può che portare il parere favorevole di tante figure che ruotano intorno al mondo della scienza e della politica. Un progetto virtuoso che potrebbe far diventare Siena un punto di riferimento internazionale per le biotecnologie, non che prima avesse qualcosa da invidiare avendo presente al suo interno istituti come Tls e Gsk. Ma il governo sembra fare sul serio e, molto probabilmente, saranno destinati 340 milioni di euro, dilazionati in 6 anni, derivanti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Il primo a intervenire sul dibattito fu il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, subito a cascata lo stesso sindaco, i partiti cittadini e altre figure del mondo della scienza come Emanuele Montomoli. Adesso a intervenire nel dibattito è Mauro Marzucchi, capogruppo in Consiglio comunale di Siena Aperta, lista civica che appoggia lo schieramento del sindaco, Luigi De Mossi.
“Il progetto e il finanziamento della Fondazione Biotecnopolo – commenta Marzucchi – è un riconoscimento alla qualità e alle eccellenze che in Siena si sono sedimentate nel tempo. A partire dall’opera del professor Achille Sclavo, dell’università senese, del fiorire di iniziative imprenditoriali, che consentono oggi di ipotizzare concretamente un Distretto industriale delle Scienze della Vita. Il Progetto Fondazione Biotecnopolo è una occasione storica per consolidare un concreto sviluppo per Siena e il suo territorio. Un obiettivo che, per essere concreto e duraturo, deve coinvolgere non solo il mondo delle biotecnologie ma allargare l’orizzonte a molteplici settori di sviluppo”.
Ancora prosegue: “Con un sostegno al mondo della innovazione che sola garantisce, nel tempo, la solidità dello sviluppo economico, culturale e sociale. Importante sarà non cadere negli errori del passato (Biotech). La Fondazione dovrà tener conto della ricaduta imprenditoriale e occupazionale nel suo operare”. “Cattedrali nel deserto sono utili a pochi – conclude il capogruppo di Siena Aperta – che generalmente non sono neppure disoccupati. La presenza nella governance statutaria delle istituzioni amministrative comunali e provinciali è indispensabile per garantire gli interessi del territorio”.