BMps, i conti della trattativa non tornano: stop ufficiale ai negoziati tra Mef e UniCredit

“Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena”.

Con poche righe, contenute in una nota congiunta, da Via XX settembre e Piazza Gae Aulenti annunciano l’ufficialità allo stop dei negoziati. Le trattative tra le due parti si sarebbero incagliate, stando a quanto afferma l’agenzia Reuters, su due punti: un gap di valutazione fino a 3,5 miliardi di euro e un’iniezione di capitale da 6,3 miliardi di euro richiesta da Unicredit. La richiesta di capitale di 3 miliardi di euro di Unicredit terrebbe conto di aggiustamenti contabili negativi che sarebbero ritenuti in gran parte ingiustificati dal Tesoro. Inoltre, Unicredit avrebbe valutato le attività di Mps che avrebbe acquisito a circa 1,3 miliardi di euro, mentre il Tesoro le valuta tra i 3,6 miliardi e 4,8 miliardi di euro.

Le reazioni

Tante le reazioni che arrivano dalla politica, a livello locale e nazionale.  L’ultima a reagire, in ordine cronologico, è la Lega. Alcuni rappresentanti del Carroccio avrebbero tirato in causa Enrico Letta , segretario del Pd eletto deputato a Siena, chiedendogli “quale soluzione propone?”. Intanto i parlamentari Luigi Marattin, presidente della VI Commissione Finanze della Camera, e Luciano D’Alfonso, presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato “chiamano” il ministro dell’Economia Daniele Franco e lo invitano “a riferire presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato in merito alla situazione relativa a Mps e alle sue prospettive future”. Da Leu interviene il deputato  Stefano Fassina: “Su Mps si deve riaprire la discussione. È un fatto potenzialmente positivo la rottura del negoziato tra Mef e UniCredit per il futuro non soltanto di Mps, ma del sistema bancario italiano e delle piccole e medie imprese, in particolare nel centro sud Italia. L’accordo sarebbe stato una onerosissima resa, in danno all’interesse nazionale”, dice. “Il fallimento delle trattative Mef-UniCredit per Monte dei Paschi non è una buona notizia, anche se mostra la volontà del Governo nel ricercare la soluzione migliore possibile”, così su Twitter il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova. Il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni chiama in causa gli alleati di centrodestra: “Leggiamo di festeggiamenti di qualche partito politico che a Siena, dopo la presa di posizione di Forza Italia lo scorso anno, si è accodato anche con poca competenza e forse convinzione, alla nostra presa di posizione su Mps. Ma come si o dice in questi casi? ‘A caval donato non si guarda in bocca. Chiarito questo fatto, ci preme rilevare – continua Mallegni – che se oggi siamo a discutere di Mps e della possibilità di Siena di riuscire a salvare il salvabile é grazie all’impegno del sindaco De Mossi che per primo ha rimesso in gioco la città e la Fondazione Mps, tentando di ridare ai senesi ciò che qualcuno gli ha rubato”.

Qui da noi l’ultimo parlare è infine il segretario provinciale dem Andrea Valenti: “Non va abbassata minimamente la guardia da parte delle istituzioni e dei sindacati dei lavoratori, che devono assolutamente diventare parte attiva del percorso, intorno ai punti minimi di salvaguardia per garantire l’evoluzione della banca, dettati dalle scadenze della partecipazione dello Stato: salvaguardia dei diritti” dei lavoratori di Mps “con misure comunque sostenibili; continuità del marchio” bancario, il più antico del mondo, “universalmente riconosciuto” e che “e’ un unicum con la permanenza della direzione a Siena; permanenza diretta di una presenza dello Stato per accompagnare l’evoluzione della Banca”.

Soddisfazione per la notizia dello stop ai negoziati è infine espressa da Fdi Siena e dal suo coordinatore provinciale Francesco Michelotti che comunque ricorda che il suo partito non abbasserà la guardia sulla vicenda. “Rimangono fermi i punti irrinunciabili nella valutazione di altri scenari, quali la tutela del marchio e dell’occupazione; dobbiamo menzionare i buoni risultati registrati dall’ultima semestrale, che saranno probabilmente confermati dai conti del terzo trimestre, grazie al lavoro ed alla serietà mostrata dai dipendenti – dice-. La proroga di sei mesi sugli sconti fiscali permetterà migliori valutazioni in ordine al futuro della Banca, intanto il “fermo” ad UniCredit è un’ottima notizia per la Città e il territorio”.