epa04464691 (FILE) A file photo dated 28 March 2012 showing an exterior view of the Palazzo Salimbeni, site of Monte dei Paschi bank, in Siena, Italy. Twenty-five eurozone banks failed a stress test intended to gauge their financial stability, the European Central Bank (ECB) said 26 October 2014, adding that nearly half of those must raise 10 billion euros (12.7 billion dollars) in the next nine months. Twelve banks have already raised 15 billion euros in capital to adjust their balance sheets in 2014. According to ECB, Monte dei Paschi is one of 12 banks that need to raise 10 billion euros jointly to recapitalize within the next six to nine months to meet the European Central Bank (ECB) requirement. They are expected to submit recapitalization plans to the ECB within two weeks. EPA/CARLO FERRARO
Sono circa 90 i trasferimenti dalla direzione generale alle filiali da inizio anno, di cui 60 fino al 31 ottobre e 30 da novembre a oggi all’interno di Banca Mps. A sostenerlo sono le associazioni sindacali che hanno diffuso una nota in cui hanno aggiunto che l’attività, secondo l’azienda, “ottempererebbe a quanto previsto nel piano industriale, il quale prevede la redistribuzione degli organici per il 70% nella rete filiali e per il restante 30% nelle strutture centrali”.
I colloqui tra i sindacati e le Risorse umane della banca, che si sono tenuti nei giorni scorsi, hanno inoltre visto i sindacati chiedere una maggiore chiarezza sui numeri complessivi della manovra, “il dettaglio dei movimenti suddivisi per direzione e il ridimensionamento delle stesse, tutti elementi che al momento non sono stati forniti”.
“Anche per questo abbiamo evidenziato un modus operandi – scrivono i sindacati – aziendale ricco di contraddizioni a partire dai criteri di scelta del personale da trasferire, tempi e modalità di realizzazione di tali scelte che hanno portato ad
un comprensibile e diffuso malumore fra i colleghi. Tale fenomeno che pare voglia perseguire solo un mero traguardo numerico dettato dall’alto, non tiene conto delle specificità e delle professionalità dei colleghi coinvolti, né delle ripercussioni operative sulle unità produttive coinvolte, sia quelle di rilascio che quelle di ricaduta, e rischia dunque di esasperare una condizione lavorativa già molto difficile”.
In conclusione i sindacati dichiarano di volere “l’immediata apertura di un confronto serio che abbia come finalità l’individuazione di criteri condivisi e processi di riqualificazione sostenibili e realistici oltre ad una analisi esaustiva delle ricadute operative che scaturiranno dalle mobilità prospettate, al fine di tutelare tutte le risorse coinvolte”.
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