Su trenta persone ricevute a settimana più della metà accedono allo sportello della Federconsumatori di Siena per questioni relative ai contratti delle bollette di luce e gas.
È il segno dei tempi che cambiano: non ci sono più le questioni legate alla telefonia, come nel passato, ma il costo dell’energia è in aumento e gli utenti si trovano prezzi più alti per la fornitura energetica, talvolta in modo ingiustificato.
Un altro problema poi è quello delle attivazioni dei contratti con un gestore nuovo: “Di fatto il 60% degli accessi è dovuto a questo – spiega Claudia Guerri, addetta allo sportello di Federconsumatori -. Alcune persone tra l’altro hanno fatto sapere di non aver nemmeno ricevuto telefonate che comunicavano il cambio del contratto. Per cui si sono trovate un gestore nuovo, solitamente una società che ha iniziato ad operare nel mercato di recente, che ha preso i loro dati direttamente dal gestore precedente. E tra questi dati c’è anche l’Iban: qualcuno infatti si è trovato l’addebito direttamente sul proprio conto corrente”.
E quando accadono fatti del genere cosa bisogna fare? “Segnalate subito all’Antitrust -è la sua raccomandazione -. Alla fine qualcosa accade, come si è visto negli ultimi giorni”.
Guerri si riferisce alle sette istruttorie avviate dall’Agcm che ha messo sotto la lente le proposte di modifica di alcune aziende del prezzo di fornitura per elettricità e gas e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali.
Secondo l’Autorità queste sarebbero in contrasto con l’articolo 3 del decreto Aiuti bis (i gestori a prezzo fisso non possono modificare o aumentare i prezzi fino ad aprile 2023, ndr). Per l’Antitrust sarebbero oltre 7,5 i milioni consumatori interessati dalle comunicazioni di variazione. E più di 2,6 milioni di loro avrebbero già subito un ingiustificato aumento di prezzo. Alle sette società -Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie – “viene contestata la mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica unilaterale delle condizioni economiche, inviate prima del 10 agosto 2022 e, in seguito, le proposte di aggiornamento o di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo, giustificate sulla base della asserita scadenza delle offerte a prezzo fisso”, spiega una nota.
Ieri, in un comunicato, è stata l’Enel a voler controbattere precisando “di non avere modificato alla propria clientela le condizioni economiche durante il periodo di validità dei contratti, conformemente a quanto disposto” dall’articolo 3 del decreto Aiuti bis. Enel si è poi detta intenzionata a impugnare il provvedimento dell’Antitrust di fronte ad un giudice. “La risposta di Enel lascia il tempo che trova. Credo che l’Antitrust abbia agito in questo senso perché ha già visto la documentazione”, si limita a commentare Guerri
“Il decreto è di agosto e Federconsumatori è a lavoro sulle modifiche contrattuali segnalate agli utenti da questo mese in poi – aggiunge Guerri -. Ci sono però dei casi in cui il gestore ha mandato, via mail, la notifica di modifica contrattuale tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera di quest’anno e magari l’utente si è ritrovato un aumento dei costi della bolletta a giugno. Questa è una situazione più complicata per il consumatore che può provare comunque a chiedere la conciliazione ad Arera – continua-. Fare questa procedura da soli non è semplice e in molti ci chiedono un aiuto. Il problema però è che Arera sta ricevendo tantissime richieste di conciliazione ed è possibile aspettare mesi prima che si arrivi una soluzione”.
La prima cosa da fare comunque è di essere attenti ai dettagli: “Quando ci troviamo queste situazioni dobbiamo sempre vedere quali sono le tariffe delle nostre bollette perché queste devono adeguarsi al prezzo unico nazionale – ricorda l’addetta allo sportello di Federconsumatori Siena -. Non sempre nelle bollette c’è questo dato ma bisogna comunque cercare di ottenerlo”.
Marco Crimi