
Bufera sul documentario “Siena – Il senso della vita” andato in onda ieri in prima serata su Rai5. A prescindere dal gradimento del pubblico, ll Comune e il Consorzio per la tutela del Palio “prendono decisamente e convintamente le distanze dalle immagini” del documentario prodotto dalla Rai. E lo stesso Consorzio “provvederà a inviare una diffida alla produzione per l’utilizzo improprio” dei filmati della corsa, dei costumi del Corteo Storico e dei simboli contradaioli. Lo si legge in una nota congiunta, dove si spiega che sia l’amministrazione che il CTPS “non sono mai stati interpellati dalla produzione, che ha utilizzato senza la necessaria e dovuta autorizzazione immagini relative alle Contrade e al Palio”.
Presidente Carapelli, cosa è successo esattamente?
“Né il Comune di Siena né il Consorzio per la Tutela del Palio sono stati informati di questa iniziativa: lo abbiamo scoperto venerdì, a cose fatte. Questo ha suscitato grande amarezza, perché il ruolo del Consorzio, da quarant’anni, è proprio quello di supportare chi desidera valorizzare le nostre tradizioni in modo corretto. Avremmo potuto dare una mano per realizzare un prodotto migliore. Inoltre, alcuni degli intervistati sono senesi e, anche se forse in buona fede, nessuno ha pensato di fare una telefonata per verificare se il Comune o il Consorzio fossero stati informati. È difficile credere che nessuno si sia posto il problema, considerando che sono state realizzate riprese alla fontanina di una Contrada e che c’è un’intervista a un fantino. È evidente che qualcuno a Siena abbia fornito i contatti, ma nessuno ha ritenuto opportuno avvisarci, e questo è assurdo”.
Eppure il rapporto tra la Rai e Siena va molto indietro nel tempo, fin dalla prima diretta tv del Palio, nel luglio 1954 e oltre al Palio ci sono state innumerevoli collaborazioni. Come mai si è verificato questo corto circuito, considerando che la Rai conosce bene le regole da rispettare, soprattutto sulle immagini del Palio?
“È difficile da spiegare. Il titolo del documentario, “Siena e il senso della vita”, lasciava pensare a un prodotto che mettesse in risalto la bellezza delle contrade, le tradizioni e il ruolo sociale e culturale che svolgono. Invece si è finiti a trattare temi che poco hanno a che fare con il senso della vita. In altre circostanze, il rapporto con la Rai è stato positivo: ci hanno contattato, abbiamo condiviso contenuti e collaborato, anche se la RAI non ha l’esclusiva della diretta televisiva. Evidentemente, molto dipende dalle persone coinvolte nel progetto, perché in questo caso non c’è stata alcuna collaborazione né con il consorzio né con il Comune di Siena”.
E ora cosa succede?
“Abbiamo formalizzato una diffida e ci aspettiamo che i contenuti non vengano archiviati sul sito web della RAI. Vogliamo risposte formali alla nostra richiesta, considerando che sono stati utilizzati video e filmati successivi alla scadenza del contratto con la Rai, il che è inaccettabile. Infine, il documentario è risultato incoerente e privo di un filo logico: singoli temi potevano essere interessanti, come l’attenzione all’università e all’intelligenza artificiale, ma mescolati in quel modo hanno creato confusione e mancato il bersaglio”.
Katiuscia Vaselli
https://youtu.be/WiI8Z5u3LAM