Comincia proprio da questo Capodanno il pensiero che Siena News rivolge al territorio oggi, 1 gennaio 2025: comincia da una serata organizzata con grande attenzione alla rete del commercio della città ma che si è rivelata sbagliata in più momenti. Che è un po’ la storia di Siena in questi ultimi anni: un tentativo (spesso finto) dietro l’altro di riportare Siena a ciò che era. Leviamocelo dalla testa. La città viziata dalla bolla d’oro della Banca non esiste più, non ci sarà mai più e oltre a continuare a ringraziare le generazioni che ci hanno preceduto per la grandissima capacità di sperperare denaro e ricchezza lasciando a noi pane e cipolla, non si può fare altro. Quindi ritengo inutile continuare a parlare del passato con paragoni che non hanno senso: tutti i responsabili della caduta del castello d’oro – TUTTI indistintamente, classe politica di maggioranza e l’opposizione che fingeva di essere tale, gente che andrà o è andata in pensione senza aver mai lavorato un giorno in vita sua – se la ridono godendosi ciò che hanno preso e senza pensare a noi, al futuro. Poco importa se la città si sta svuotando di giovani che scappano per studiare e cercare opportunità altrove. Tant’è.
Ma torniamo al presente. Il capodanno di ieri sera aveva pensato a tutte le piazze della città – decisione più che corretta per soddisfare i commercianti di ogni zona – peraltro con gruppi davvero validi ma erano totalmente sbagliati gli orari. Far cominciare tutti alle 22.30 (qualcuno ha iniziato quasi alle 23) per chiudere a mezzanotte e mezzo (fatta eccezione per piazza San Francesco e piazza del Campo) non è stata una scelta vincente . Potrebbe esserlo, ragionando per tempo, iniziare tutto prima, fin dal pomeriggio e dare anche possibilità ai gruppi di alternarsi in Piazza del Campo perché poi quello è il fulcro. Ma di certo anche gli orari di chiusura vanno rivisti. Gente ce n’era, tanta, a dimostrazione che non c’è bisogno di grandi concerti ogni anno. Quindi sia premiata l’idea ma da rivedere l’organizzazione. E di qui il pensiero al 2025: che si possa raggiungere il punto di break even per le sfide importanti del territorio, con idee ma soprattutto con grande concretezza.
Le crisi del lavoro che viviamo insieme ai lavoratori di Beko, di PayCare ma anche certi fantasmi che aleggiano e dei quali non riusciamo a vedere nulla come il Biotecnopolo, siano un punto di forza e di unione tra tutti, togliendo orpelli superflui e guardando alla concretezza: la sensazione è che in qualche modo ci sia la volontà di unire le forze ma per farlo serve azzerare le propagande e lavorare, solo lavorare. Per attrarre investimenti, per comunicare bene la città, per ridare ai giovani la voglia di costruire qui il proprio futuro. Non possiamo pensare di essere soltanto uno splendido paese dei balocchi che i visitatori godono per poco. Se proprio dobbiamo pensare al passato, facciamolo volgendo lo sguardo alla Siena che era crocevia d’Europa per tutti i più importanti scambi e passaggi del mondo allora conosciuto. Torniamo a dare opportunità agli investimenti cercandoli seriamente, offriamo formazione e realtà alle nuove generazioni. I grandi senesi che ci hanno preceduto (quelli dal Trecento in poi, non quelli dello scempio degli anni Duemila) ci hanno lasciato testimoni importanti e da lì si deve ripartire. Qualche tempo fa un collega ha parlato dell’asse LoLo (Lovaglio – Lojudice) ovvero Banca e Chiesa come formula vincente ma per me questo comprende anche l’amministrazione e le altre istituzioni. Basta con lo scaricabarile per l’accoglienza dei migranti o per la raccolta rifiuti o la mancanza di strutture e infrastrutture e mettiamo invece in campo tutto ciò che comprende le buone idee per il bene comune, a partire da quel palazzo pubblico che è casa nostra, di ognuno di noi e non di pochi. Sembra che la volontà stia trovando uno spiraglio, aiutiamola a venir fuori e a creare una rete vincente. Non si può fare in poco tempo ma i semi vanno gettati e la crescita curata. Soprattutto, parafrasando David Grossman, “ci sarà chi, per la prima volta, si interrogherà sulla vita che non ha osato vivere”. Questa non è Siena, città orgogliosa che nei secoli ha osato sempre, per primeggiare, per vivere meglio delle altre città. E nel 2025 deve tornare a farlo: meno chiacchiere, meno polemiche inutili. Più voglia di fare e di fare bene, a noi e alla città dove abbiamo il privilegio di essere nati o di vivere.
Auguri, Siena. Lavora per rendere grande questo 2025!
Katiuscia Vaselli
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