“Sostenere il Cacio e Pere non è solo aiutare dei giovani imprenditori che danno anche lavoro. E’ soprattutto aiutare Siena, la nostra città , a NON MORIRE DI INEDIA”. Recita così il commento pubblicato dall’account Siena Pirata sul portale Change.Org. La stessa Siena Pirata poco fa ha lanciato una petizione, sulla piattaforma di campagne sociali, per fare riaprire il Cacio e Pere, la cui attività è stata sospesa da un’ordinanza comunale. In pochissime ore le firme a sostegno di quest’istanza, che vuole la riapertura del locale, hanno superato quota 1500 ed ora l’obiettivo è arrivare a 2500.
Quello di oggi è un nuovo capitolo di una polemica che, giorno dopo giorno, sta coinvolgendo sempre di più la città . Basti ricordare che ieri il locale, nonostante l’ordinanza, ha aperto nuovamente i battenti dopo due giorni di stop. Nel pomeriggio nei What’s App di chi frequenta la struttura è rimbalzato un messaggio che invitava tutti a partecipare, dalle 19, alla riapertura straordinaria del locale.
La protesta è stata poi resa nota a tutti i senesi con un post, scritto dal socio Luca Cianfarani, sulla pagina Facebook di Cacio e Pere. Cianfarani ha manifestato la totale indignazione. A suo dire, lui e gli altri soci sono stati trattati come cittadino di serie b.
“Negli ultimi 2 giorni non ho fatto altro che attendere nella Sala delle Lupe una risposta che non è mai arrivata- spiega nel post di Facebook -. Sono stato rimbalzato da un ufficio a un altro, da un funzionario ad un altro[…]Evidentemente io il mio socio e tutti i nostri dipendenti (nonché quella “piccola” fetta di popolazione che si segue e ci sostiene) conta meno di qualche altro cittadino[…], temo sia un punto di non ritorno!!![…]Pertanto, nell’attesa che la macchina della GIUSTIZIA faccia il suo corso, CACIO E PERE RIAPRE!!!”.
Marco Crimi