Allo snodo che la Croce del Travaglio crea, prima di imboccare la strada della giornata, la famiglia Tangredi si occupa di farla iniziare con il piede giusto. “Mio marito è qui dalle sei.
Abbiamo anticipato l’orario di apertura perché alla mattina, chi deve andare a lavoro presto, ci bussava alla porta” ci racconta Francesca, sorridendo. Basta questa frase a capire l’importanza della Caffetteria Fiorella per ogni senese che lavora in città. Quando le chiedo che effetto faccia essere menzionati da Il Gambero Rosso, Francesca ripercorre con gli occhi il suo locale, i figli impegnati dietro al bancone e con semplicità risponde “Siamo soddisfatti, davvero”.
Mi mostra poi le miscele provenienti dai differenti paesi del mondo, la cui proposta cambia a seconda delle stagioni. Ma la particolarità della caffetteria Fiorella, il motivo per cui i senesi non possono farne a meno, mi spiega, è uno: il caffè Fiorella. Una miscela 80% arabica e 20% robusta. Il sapore leggero dell’arabica si unisce a quello più forte e cioccolatoso della robusta, creando un retrogusto particolare. Il nome della miscela deriva dalla madre del precedente gestore, impegnata per anni nella creazione di questa fragranza speciale, affinché i suoi clienti uscissero dal locale soddisfatti. Oggi, i precedenti titolari gestiscono la torrefazione e il sito internet attraverso cui il caffè Fiorella può essere assaggiato in tutto il mondo.
Sono sette anni che, per star star vicino alla figlia che studia all’Università, i coniugi Tangredi si sono trasferiti a Siena, lasciando la loro caffetteria a Benevento e prendendo in mano Fiorella. In questi sette anni, il rapporto con i clienti si è fatto sempre più stretto. “Il cliente abituale da noi non ha bisogno di parlare. Sappiamo già cosa prende”, racconta orgogliosa Francesca. “Quando abbiamo preso in mano l’attività, non abbiamo cambiato nulla. Ci siamo concentrati sul fatto che tutto doveva restare così com’era”.
Il “così com’era” alla Caffetteria Fiorella acquisisce un senso speciale: la piccolezza del locale arredato in stile retrò, il caffè in grani e la cordialità di una famiglia unita dietro al bancone e a un’idea di locale ci fanno assaporare i gusti sinceri e genuini di una volta.
Giada Finucci