Caldo a Siena, al pronto soccorso picchi di 200 accessi: “Situazione gestibile ma occhio alle patologie psichiatriche”

Caron dimonio con occhi di bragia, così Dante appellava il traghettatore degli inferi ma oggi Caronte è il nome dell’ondata di calore più potente mai registrata finora nella parte dell’emisfero boreale, Italia compresa e a farci i conti sono anche gli ospedali. Quanti sono gli accessi al pronto soccorso causati dal grande caldo degli ultimi giorni? Quali sono le fasce d’età più colpite? E l’ospedale come interviene, alla luce il codice calore diffuso dal governo?.

A rispondere a queste domande è Giovanni Bova, direttore del Pronto Soccorso del policlinico Le Scotte di Siena, che ha tracciato un bilancio sull’attività della struttura in questa prima parte d’estate.

“Come ogni anno questo è il periodo in cui il caldo si fa sentire, il 12 luglio siamo arrivati a picchi di 200/196 richieste di aiuto. Normalmente arrivano circa 40 ambulanze, mentre in questo periodo siamo arrivati a 52 mezzi di soccorso in arrivo”, le parole di Bova.

Bambini ed anziani sono i più colpiti. Disidratazione, malessere generalizzato, vertigini, ipotensione e sincope sono i motivi per cui le persone arrivano al nosocomio senese. “Purtroppo stiamo riscontrando anche un picco di patologie di tipologia psichiatrica. Persone che in questo periodo stanno soffrendo più di altri”, spiega il medico.

Ecco perché si rende quindi necessaria una collaborazione con le unità ospedaliere di riferimento. Lavoriamo in maniera sinergica e in stretta collaborazione, per cui il carico lavorativo aumenta per entrambi”

Per le Scotte le temperature mai viste di questi giorni non rappresenteranno un’emergenza: il pronto soccorso è un Dea di livello due ed all’interno si è abituati a gestire picchi di flusso nelle varie stagioni.

Quindi non ci sarà la necessità di seguire percorsi ad hoc come quelli previsti dal ministero della Salute con il codice calore.

Intanto i consigli per evitare i malori restano i soliti. “Bere molto, evitare l’esposizione diretta al sole, indossare vestiti leggeri e rimodulare la terapia farmacologica( parlandone con il proprio medico di famiglia) non avendo paura di sospendere anche per qualche giorno qualche farmaco e mantenere la calma”, continua Bova.