Siena

Campostaggia, i ringraziamenti di mamma Lucia per la nascita di Giovanni Libero

Due lettere inviate agli staff di Ostetricia e ginecologia e di Pediatria e neonatologia

Si chiama Giovanni Libero, ha cinque mesi, ed è la gioia di mamma Lucia e babbo Federico. E sorride, tanto. Il suo secondo nome è un auspicio per una vita senza preoccupazioni che la sua nascita ha spazzato via. Il suo essere al mondo è anche merito di due reparti dell’ospedale di Campostaggia, quello di Ostetricia e ginecologia e quello di Pediatria e neonatologia. Per questo, mamma Lucia ha deciso di ringraziare con due lettere, passati alcuni mesi, gli operatori delle strutture, dirette rispettivamente da Massimo Gabbanini e da Angelo Cardiello.

La sua storia, e quella del compagno, è quella di una coppia non più giovane che desidera avere un figlio e non ci riesce. La speranza sembrerebbe definitivamente persa, ma Lucia incontra sul suo cammino il dottor Gabbanini, così come racconta nella lettera inviata al personale di Ostetricia e ginecologia: “L’iter è stato lungo… operata magistralmente dal dottor Gabbanini (…), i monitoraggi, la fecondazione assistita, le speranze, le delusioni e via di seguito”.

Le cure hanno gli effetti desiderati: “… finalmente incinta alla veneranda età di 46 anni, l’ho seguito fino al Campostaggia dove ho trovato un reparto di ostetricia davvero operativo. Anche il parto non è stato facile: rottura delle acque sul filo delle 34 settimane appena. Anche in questo caso il dottor Gabbanini si è preso le sue responsabilità chiudendo il “cerchio” delle mie complicate gravidanze. Il monitoraggio fino al cesareo obbligatorio, data la pregressa storia e operazione non è stato facile ma tutto è andato bene ed eseguito a regola d’arte. Il 15 luglio 2022 alle 9.57 io e il mio compagno siamo finalmente diventati genitori di Giovanni Libero”. Lucia per questo è grata allo staff di Ostetricia e ginecologia: “… concludo cogliendo l’occasione per ringraziare ancora, oltre al direttore Massimo Gabbanini, anche tutto il suo reparto in cui sono stata accolta con competenza assoluta, impeccabile professionalità, prontezza e tanta tanta umanità e simpatia cosa che ho imparato essere essenziale per i pazienti. Ringrazio in particolare il medico anestesista di cui purtroppo non ricordo il nome, ma il cui operato e modo di porsi, quella mattina del 15 luglio, non scorderò mai oltre e non ultime alle fantastiche ostetriche, in particolare la caposala Chiara Nencioni che mi ha accolto al mio arrivo e l’ostetrica Erica che avrò sempre nel cuore”.

La storia di Lucia, Federico e del piccolo Giovanni Libero continua in una lettera indirizzata al reparto di Pediatria e neonatologia: “Mi sentivo un po’ in soggezione e impaurita finché ho potuto vedere il mio bambino in una culla termica perfettamente accudito dal meraviglioso personale infermieristico e medico che prontamente mi ha accolto e reso partecipe con una professionalità e competenza unici. Guardandomi intorno, rimanevo sempre più piacevolmente impressionata dalla operatività e sicurezza sempre mista ad una amorevole dolcezza con cui mamme e figli venivano presi in carico dal personale, nonostante la mole di lavoro pressante e impressionante che saltava subito agli occhi… tra urgenze, richieste e corse scorgevo delle donne forti, veloci e sicure dallo sguardo dolce… le chiamavo dentro di me “fiori d’acciaio””.

Anche questa lettera di mamma Lucia esprime un affettuoso saluto allo staff incontrato: “A tal proposito ci tengo a fare un ringraziamento particolare a Monica, infermiera tutor del nido, una donna e grande professionista che porta dentro un tesoro inestimabile di competenza, conoscenza, scienza e cuore. È toccato a lei per prima portare Giovanni Libero da dentro la culla termica alle mie braccia e quella sera non la dimenticherò mai. Da quel mio “punto di non ritorno” in poi Monica mi ha preso per mano e insegnato tutto mentre svolgeva tantissimi altri compiti importanti, dal pelle a pelle fino all’allattamento al seno che fino ad allora pensavo mi fosse precluso ed impossibile per me, data la “veneranda” età di 46 anni, il cesareo, il mio cammino tortuoso e tutti i pregiudizi verso le “puerpere attempate”(nome scientifico) come me. Oltre a Monica, ricordo con grande stima le infermiere: Mariella, Simona, Roberta, Debora, Silvia, la dottoressa Federica Ciani e la dottoressa Giulia Squarci, tutto il personale del nido a cui sarò sempre grata per l’assistenza impeccabile ed il cuore grande con cui hanno preso in carico me e Giovanni Libero (…). Un ultimo sentito ringraziamento va alla caposala Maria e al Direttore del reparto Neonatologia-Pediatria perché questa ottima squadra presuppone di sicuro un coordinamento fatto a regola d’arte. Grazie di cuore dottor Angelo Cardiello per come ha gestito tutto il mio iter dalla nascita del mio bambino fino alla dimissione…”.

Come ogni buona storia di Natale, perché di questo si tratta, entrambe le lettere si chiudono con un augurio di serene festività agli staff coinvolti nella nascita e nell’assistenza del piccolo, e sorridente, Giovanni Libero.

emanuele giorgi

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