Vivevano in condizioni a dir poco raccapriccianti. Di notte, ancora molto fredda in questo periodo, il riscaldamento era dato da stufe elettriche che non riuscivano comunque a scaldare i dormitori di fortuna. La vasta operazione di contrasto al caporalato in provincia di Siena è in corso dalle prime ore di questa mattina ed ha fatto venire alla luce anche questo: la condizione dei lavoratori – quasi tutti originari del Senegal – di una cooperativa contoterzista. Nel fazzoletto di terra tra i più preziosi al mondo, conosciuto universalmente per la bellezza ma che purtroppo deve fare i conti anche con situazioni di questo tipo.
Sono 50 tra carabinieri della compagnia di Poggibonsi e Radda in Chianti, del Nucleo ispettorato del lavoro di Siena con l’ausilio anche della cinofila di Firenze impegnati in perquisizioni nei comuni di Radda in Chianti, Castellina in Chianti e Castelnuovo Berardenga. Le perquisizioni in atto, secondo quanto si apprende, sarebbero a carico di numerosi dipendenti di una cooperativa contoterzista che in questi giorni si trovano domiciliati nel Chianti senese per lavori stagionali nei campi.
Uno dei dormitori, a Monti in Chianti (Castelnuovo Berardenga), è stato visitato anche dal sindaco Fabrizio Nepi per toccare con mano il dramma quotidiano delle persone sfruttate. I titolari della cooperativa, sorpresi dall’operazione investigativa, si sarebbero difesi, mostrando la documentazione che attesta la regolarità dei propri dipendenti.
Il governatore della Regione Enrico Rossi “E’ una battaglia aperta quella contro il caporalato e ogni azione di contrasto a questo fenomeno va salutata come un’affermazione dello spirito e della lettera della nostra Costituzione. Rivolgo per questo il mio plauso ai carabinieri, impegnati dalle prime ore di oggi in un’operazione nel Senese”.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta così la notizia delle perquisizioni che hanno riguardato numerosi dipendenti di una cooperativa contoterzista che in questi giorni si trovano nel Chianti senese per lavori stagionali. “La lotta contro ogni forma di illegalità nel mondo del lavoro – continua – è un tema cruciale dell’agenda politica. Il Parlamento ha approvato nei mesi scorsi la legge contro il caporalato e, qui in Toscana, abbiamo firmato un protocollo con Inps, Ministero del lavoro, sindacati, organizzazioni del mondo agricolo per contrastare sfruttamento e illegalità sospendendo i finanziamenti europei alle aziende che impiegano lavoro illegalmente. Oggi – sottolinea ancora – politica, magistratura, forze dell’ordine hanno strumenti ancora più efficaci per combattere una realtà che, in agricoltura ma non solo, penso al settore della moda, rappresenta una ferita inaccettabile ai diritti dei lavoratori sanciti dall’articolo 36 della Carta costituzionale. E difendere la dignità e la sicurezza del lavoro – conclude Rossi – serve anche alla crescita economica del paese”.
I numeri Secondo stime dell’Irpet (2015) sono oltre 160mila gli occupati a nero in Toscana, il 10 per cento sul totale della forza lavoro. I settori dove la presenza di lavoro nero incide di più sono quello delle attività del personale domestico (50 per cento), delle attività artistiche e di intrattenimento (20 per cento), della ristorazione e dell’attività alberghiera (15 per cento), dell’agricoltura (17 per cento) e delle costruzioni (11 per cento).
Seguono trasporto e magazzinaggio (9 per cento), commercio (9 per cento), sanità e servizi sociali (7 per cento), attività finanziarie e servizi alle imprese (7 per cento), servizi informazione e comunicazione (7 per cento), industria (6 per cento).
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