Caporalato, Prefettura a lavoro contro lo sfruttamento: al via un’ondata di controlli

Ora scatta la stretta sui controlli. Dopo mesi di ispezioni che hanno messo in luce “opacità del sistema meritevoli di specifici approfondimenti”, il Prefetto di Siena Valerio Massimo Romeo ha deciso di avviare un piano mirato contro possibili irregolarità e sfruttamento della manodopera straniera nelle campagne del territorio. La prossima mossa sarà un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica interprovinciale, convocato insieme alla Prefettura di Grosseto, per coordinare un’unica strategia contro il rischio di caporalato tra Siena e la Maremma.

La decisione arriva al termine della riunione tecnica che oggi ha riunito in Prefettura tutti i soggetti coinvolti nei controlli: il Comandante Provinciale dei Carabinieri, colonnello Giulio Modesti; il Comandante del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro, tenente colonnello Piergiuseppe Zago; il Nucleo Ispettorato del Lavoro; il Direttore dell’INPS di Siena Alessio Rosi; il Direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro Giuseppe Gambadoro. Sul tavolo, una fotografia aggiornata di ciò che sta accadendo nei campi.

Sotto osservazione ci sono due fenomeni. Il primo è il “lavoro a giornate”: un sistema contrattuale previsto dalla legge, che permette ai braccianti di essere assunti anche da più aziende. Uno strumento utile, ma che – è stato sottolineato nel corso dell’incontro – “potrebbe comportare possibili degenerazioni riconducibili al fenomeno del caporalato” se utilizzato in modo distorto.

Ma la preoccupazione maggiore riguarda il secondo fenomeno: le “aziende agricole senza terra” nate dal 2023. Si tratta, spiegano gli uffici, di “imprese individuali, di cui sono titolari cittadini extracomunitari, che assumono loro connazionali per impiegarli in imprese agricole locali con le quali stipulano appositi contratti di appalto”. In pratica sono soggetti intermedi che non coltivano direttamente, ma forniscono squadre di lavoratori a viticoltori e olivicoltori del territorio.

Una catena che può diventare terreno fertile per abusi, soprattutto quando i braccianti vivono nei cosiddetti “quartieri dormitorio”, i luoghi dove “il lavoratore, spesso non censito, è maggiormente soggetto alle pressioni del caporale, unica persona con la quale si rapporta per lavoro, vitto, alloggio e qualunque necessità”. Dai controlli emerge anche uno scambio costante di manodopera tra province: “molti braccianti impiegati nelle aziende agricole ‘senza terra’ nel territorio senese provengono dall’Amiata grossetana e viceversa”.

Ora il Prefetto vuole accelerare. “Gli esiti delle ispezioni e degli approfondimenti amministrativi sinora condotti hanno evidenziato delle opacità meritevoli di ulteriori approfondimenti”, ha affermato la Prefettura, annunciando l’avvio di “iniziative di controllo che saranno condivise nel Comitato interprovinciale”.