Carabinieri di Siena: va in pensione Roberto Periccioli, brigadiere medaglia d’oro al valore civile

È andato in pensione il brigadiere capo dei carabinieri Roberto Periccioli. Dopo 37 anni vissuti nell’Arma, gli ultimi al comando provinciale di Siena, il militare, medaglia d’oro al valore civile e vittima del dovere, lascia il servizio attivo.

Periccioli, nato a Sovicille, si è arruolato nel 1987 dopo aver frequentato la scuola allievi carabinieri a Chieti. Ha prestato servizio alla stazione di Braccagni, in provincia di Grosseto, poi  a Occhiobello, nel Rovighese, quindi in provincia di Bologna a Crevalcore e nel comune ferrarese di Portomaggiore.

Nel 2000 è giunto al radiomobile di Ferrara come appuntato. Nel corso di un’operazione, condotta nel 2001, rimase gravemente ferito. Per il suo eccezionale coraggio fu insignito, il 28 maggio del 2002, della massima onorificenza al valor civile con un decreto del presidente della Repubblica

“Componente l’equipaggio di autopattuglia, con ferma determinazione e consapevole sprezzo del pericolo, si poneva all’inseguimento di un’autovettura con tre persone sospette a bordo che, armi in pugno, non avevano ottemperato al segnale di alt precedentemente imposto – si legge nel riconoscimento-. L’equipaggio veniva fatto segno di reiterata azione di fuoco e il militare rimaneva gravemente ferito al volto e a una mano. L’operazione si concludeva con il recupero di due autovetture provento di furto, una pistola semiautomatica, tre fucili mitragliatori, varie munizioni e materiale per il travisamento. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere”.

Dopo lungo periodo di convalescenza, è rientrato in servizio e, nel 2019, è stato alla centrale operativa della compagnia di Siena, dove ha svolto il suo servizio come operatore fino ad oggi.

“Per i colleghi e i suoi diretti superiori, che lo hanno salutato con una cerimonia al comando provinciale dei carabinieri di Siena, è stato un preziosissimo e validissimo punto di riferimento, anche etico, dimostrando non comune senso del dovere per essere rimasto in servizio attivo nonostante le gravi lesioni riportate quel tragico 3 marzo 2001”, spiegano i carabinieri.