Cercherà un ampio sostegno da parte di consiglieri regionali e parlamentari il garante toscano dei detenuti Giuseppe Fanfani per andare fino in fondo nella vicenda dei due reclusi del carcere di Ranza, a cui l’Agenzia delle entrate avrebbe pignorato le borse di studio per frequentare il polo universitario penitenziario.
“Temo che questo fatto possa assumere una valenza nazionale e regionale – spiega – . Ecco perché era fondamentale fare un richiamo. Poco importa se ad ora si parla di una singola situazione. C’è un pericolo per tutti quei detenuti che hanno avuto la forza e il coraggio di iscriversi all’Università e che hanno mostrato l’impegno di seguire i corsi”.
Fanfani aveva inviato una lettera ai ministri della giustizia e dell’economia Carlo Nordio e Giancarlo Giorgetti, condannando quanto sarebbe accaduto. “Credo sia inutile che dal ministero ci dicano di lavorare sul reinserimento di queste persone nella società civile e di creare opportunità per poi farli lavorare se poi gli impedisci di studiare”, ha aggiunto il garante.
E sempre nella missiva si parlava di una diatriba “socialmente inammissibile oltre che contraria alla Costituzione”. “Ricordo che l’articolo 27 ci dice che la funzione della detenzione è la rieducazione del reo – continua Fanfani – . Ed oggi questo tema della rieducazione non può non essere più puntuale perché significa fare studiare i detenuti per permettergli di trovarsi un’occupazione, di acculturarsi e di stare lontani da quei mondi da cui provenivano”.