Aumentano i costi di elettricità e gas: è questa la notizia delle ultime ore che sta destando più di una preoccupazione tra cittadinanza e mondo imprenditoriale. L’aumento generale in bolletta è uno degli argomenti all’ordine del giorno anche per il governo presieduto da Mario Draghi, il quale, insieme al Consiglio dei ministri, sta studiando la soluzione migliore per affrontare l’emergenza. Proprio in queste ore, tra le mura di Palazzo Chigi, è iniziata la cabina di regia con il Presidente del Consiglio dei ministri e i capigruppo della maggioranza, per discutere di un intervento dal valore di circa 4 miliardi.
“La fase di crescita generalizzata- ai microfoni di Siena News Marco Ginanneschi, che di professione si occupa proprio di fare previsioni sul medio-lungo periodo, spiega – dei prezzi che stiamo vivendo è il risultato di tanti fattori, alcuni di breve termine, altri di medio termine, altri ancora di lungo periodo”.
“Le cause congiunturali – spiega ancora il futurologo – possono essere legate alle tensioni geopolitiche, ad accordi commerciali anche occulti per limitare le vendite e massimizzare i profitti, come può succedere in campo petrolifero, al gioco della speculazione che può essere cavalcato da chi ha accumulato scorte e ingigantito dalla finanza (che beneficia di consistente liquidità)”. “Tra i fattori – prosegue – di medio-termine includerei la pandemia, che ha provocato uno sconvolgimento nelle filiere industriali di trasformazione. Nel 2020 si è prodotta una depressione prolungata dei consumi, con l’effetto di congelare gli investimenti (per esempio quelli negli impianti estrattivi e nelle energie rinnovabili), poi per tutto il 2021 una ripresa a V, con aumenti consistenti della domanda. Chiaramente l’offerta ha bisogno di tempo per adeguarsi e gli investimenti hanno tempi particolarmente lunghi per divenire produttivi. Quindi si genera una spinta inflattiva che parte dalle fonti energetiche e arriva a includere i beni di consumo e quindi il carrello della spesa degli italiani. La tempistica di questa ‘onda inflattiva’ è di 6-12 mesi: non credo che abbiamo già raggiunto il picco massimo ma la Banca centrale europea potrebbe essere nel giusto stimando che l’onda in questione si sgonfierà prima della fine dell’anno. Le filiere produttive, infatti, riprenderanno un comportamento normale dopo essersi adeguate alla nuova situazione. La competizione farà il suo gioco, spingendo i prezzi al ribasso”.
“Tra i fattori di lungo periodo – continua Ginanneschi – includerei i fenomeni climatici estremi e i costi sociali ed economici per il loro contenimento. I primi provocano una riduzione delle superfici agricole coltivabili, i secondi si riflettono sui prezzi di tutto quanto non è rinnovabile, sostenibile e circolare. Il degrado ambientale spinge per un aumento dei prezzi delle materie prime agricole e delle fonti energetiche. Un secondo fattore di lungo periodo è all’opera parallelamente a questo: l’aumento della popolazione mondiale che sta raggiungendo gli 8 miliardi di persone e il modello di sviluppo economico che stiamo tutti seguendo e che continua a essere basato sul consumo. Questo secondo fattore gonfia la domanda di prodotti alimentari, di materie prime non rinnovabili (come il petrolio) e di materiali, di metalli (dal rame allo zinco) e delle terre rare impiegate nell’industria elettronica e quindi nei beni di consumo durevoli. Questa componente dell’inflazione continuerà ad agire ben oltre i 12 mesi”.
“Stiamo vivendo una sorta di tempesta perfetta – chiosa -. La situazione tornerà sotto controllo probabilmente nell’arco di un anno ma non sarà sui livelli di prezzo precedenti la crisi pandemica. Sarebbe inoltre opportuno ripensare, sin da oggi, al nostro modello di sviluppo, orientandolo invece che al consumo al recupero”.
Emanuele Giorgi