“Devono essere subito messi in campo processi snelli e rapidi per velocizzare il ricorso a fonti rinnovabili, tramite provvedimenti che agevolino gli iter di autorizzazione per le imprese che vogliono investire in questo processo, devono essere garantiti iter semplici ed incentivi”. Lo chiede il presidente di Confindustria Toscana sud Fabrizio Bernini.
La Toscana, ha aggiunto “deve accrescere l’utilizzo di fonti energetiche legate al geotermico di cui la nostra Regione è ricca. Non possiamo perdere tempo, le imprese necessitino subito risposte operative”. Gli imprenditori dell’associazione hanno fatto sapere che appoggiano “il grido di allarme gravissimo e serio” del loro mondo a causa dell’ emergenza energetica.
Il problema, sottolineano, è “reso ancora più grave dalla drammatica situazione in corso in Ucraina e dalle conseguenze pericolosissime sul piano internazionale che questo accesso conflitto sta generando”.
Tra le proposte al vaglio del governo Confindustria nazionale, tra le ipotesi suggerite, ha proposto la cessione da parte del Gse di 25 terawattora a 50 euro al megawatt per due anni all’aziende a rischio chiusura e delocalizzazione contro un impegno delle stesse ad investire13 miliardi in decarbonizzazione.
Costo del gas, costo dell’energia, costo materie prime: sono le tre criticità che colpiscono le tante aziende di Siena, Arezzo e Grosseto. “Un report di Confindustria Nazionale -osservano gli industriali- ha ben evidenziato come il differenziale competitivo tra Italia e altri paesi europei è esacerbato dal rincaro dei prezzi dell’energia: il prezzo del gas è cresciuto di oltre 6 volte e quello dell’elettricità di oltre 5 volte. Le industrie manifatturiere stanno subendo impatti drammatici: il conto per l’energia è passato da 8 a 37 miliardi di euro, ed è tanto più elevato quanto più elevato è il peso dell’energia sui costi di produzione. I competitori europei, sfruttando le specificità dei propri sistemi energetici, hanno già approntato misure a vantaggio delle proprie imprese: in Francia sono stati destinati alle imprese industriali, a prezzo di costo (42 euro/MW), 120 TWh di energia elettrica nucleare in uno schema di misura pluriennale”.
Il nostro Paese “deve subito mettere in atto un piano di visione strategica basato su un ‘attenta analisi delle possibilità ed alternative che già possono essere applicate in tema di diversificazione delle fonti di produzione dell’energia – queste le altre richieste- Il conto che come un macigno sta travolgendo le economie di famiglie ed imprese è la conseguenza amara di visioni e posizioni miopi del passato: no al nucleare a prescindere, la chiusura delle trivelle nell’Adriatico, l’uso solo parziale della geotermia. Dobbiamo velocizzare un processo di decarbonizzazione, attingere a fonti alternative per sostenere la transizione verso modelli diversi”.
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