Sono oltre 300 le imprese che rischiano di rimanere senza contratto di luce e gas in provincia di Siena, aziende in cui lavorano quasi 14mila dipendenti. È questo l’allarme che lancia Confindustria Toscana sud, che raccoglie oltre mille attività economiche tra Siena, Arezzo e Grosseto, attraverso le parole del proprio direttore generale, Antonio Capone, che racconta come anche l’industria stia attraversando un momento non solo duro, ma proprio ingestibile a causa del caro energia.
“Come ogni anno – spiega Capone – in questo periodo stanno scadendo i contratti con i fornitori di luce e gas e, in questa finestra temporale che va da ottobre a dicembre, si firmano i contratti di fornitura per l’anno successivo. Quest’anno ci ritroviamo in una situazione inedita, ovvero sono gli stessi fornitori a non essere in grado di portare proposte contrattuali per via dell’incertezza che stiamo vivendo. Sul mercato il prezzo cambia di giorno in girono, ad esempio l’energia elettrica nell’ultimo periodo ha visto oscillazioni che variavano tra i 50 ed i 35o euro al megawatt l’ora. Al momento in cui parliamo siamo sui 120. Si tratta di una situazione che, a questo punto, non solo fa aumentare vertiginosamente le bollette, ma che ci impedisce di pianificare una risposta”.
Antonio Capone prosegue: “Chiaramente quello che stiamo vivendo è un periodo terribile per tutti, a partire dal professionista individuale, fino alla grande industria, passando per artigiani e commercianti. Il problema diventa assoluto quando in bolletta si vede un prezzo otto volte superiore rispetto a quello di un anno fa e non possiamo neanche pensare di scaricare un simile aumento sul prodotto finale. Al momento le strade sono due: o si decide di interrompere la produzione o si decide di convivere con le poche valutazioni che si possono fare per il prossimo anno. In entrambi i casi si decide per evitare perdite superiori rispetto a quelle che già stiamo vivendo e si deve accettare una situazione di incertezza che rischia di essere esiziale”.
Proprio in questi giorni, il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, aveva detto di aver “chiesto che si possa arrivare velocemente alla formazione di un governo perché abbiamo questa emergenza che si chiama caro bollette che sta colpendo imprese e famiglie”. “Oggi dobbiamo salvare l’industria italiana, perché senza l’industria non c’è l’Italia – aveva aggiunto -. Nel 2019 l’industria italiana spendeva 8 miliardi per la bolletta energetica, quest’anno ne spenderà 110: questo da’ la dimensione dell’emergenza che dobbiamo affrontare. Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo intervenire subito. Il problema del caro energia viene associato alla guerra russo-ucraina, ma non è così. Il mio primo intervento è del 10 settembre del 2021 perché già vedevamo una speculazione in essere sul mercato olandese e quindi avevamo chiesto di intervenire. Ci siamo fatti trovare impreparati: adesso sui mercati ci sono dei comportamenti che non vanno bene e devono essere censurati”.
Un appello, quello di Bonomi, che non può non essere sottoscritto in pieno da Capone, che aggiunge: “Aspettiamo una risposta dall’Italia e dall’Europa. Siamo consapevoli che una situazione del genere non si stabilizzerà neanche nel momento in cui dovessimo arrivare alla pace in Ucraina, anche se forse aiuterebbe”. “Adesso non possiamo fare altro che aspettare – conclude Capone – nella speranza che il nuovo governo, una volta insediato, riesca ad agire per il meglio”.
Emanuele Giorgi