Cassiere licenziato dalla Pam, l’azienda resta sulle sue posizioni

Pam resta ferma sulle sue posizioni e intende licenziare i dipendenti in Italia che non hanno superato i test del finto cliente. Tra loro c’è anche il senese Fabio Giomi, che era cassiere al supermercato del centro commerciale Porta Siena e che è stato sottoposto al test del carrello. A comunicarlo è Massimiliano Fabozzi, della Filcams Cgil senese, dopo l’incontro a Roma tra i sindacati di categoria nazionali di Cgil, Cisl e Uil e i vertici dell’azienda. La sigla aveva proposto a Pam di rivedere le sue posizioni, passando dai licenziamenti alle sanzioni, ma la trattativa non è andata a buon fine. Filcams Cgil andrà avanti con le mobilitazioni e la vertenza assumerà anche un carattere giudiziario, visto che il sindacato è pronto a rivolgersi al Tribunale del Lavoro. Giomi, tra l’altro, aveva già impugnato la decisione di Pam.

“L’azienda si trincera dietro un modulo formativo di dieci slide, della durata di forse dieci minuti, erogato a inizio anno, per giustificare quanto sta accadendo. Si scopre poi che per questo “progetto” sono stati impegnati una quarantina di dipendenti, definiti appunto ispettori. Un’azienda segnata da una cronica carenza di manodopera decide deliberatamente di investire risorse in un’azione finalizzata al licenziamento dei propri dipendenti. È inaccettabile – si legge in una nota congiunta diffusa da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs .

Pam Panorama, recita il comunicato, “non è stata in grado di rispondere quando le è stato chiesto quale sia l’incidenza dei furti alle tanto “amate” casse automatiche, dove una sola cassiera deve sovrintendere fino a otto postazioni, rendendo impossibile un reale controllo. In quel caso, gli ammanchi sembrano essere compensati semplicemente dal risparmio sul costo delle cassiere e dei cassieri. A nulla sono valsi i tentativi delle organizzazioni sindacali di trovare una soluzione che non impatti in modo così devastante sulle lavoratrici e sui lavoratori, che dopo decenni di servizio si ritrovano messi alla porta senza alcuna prospettiva occupazionale, in un momento storico già estremamente difficile. È ormai evidente la volontà dell’azienda di colpire una specifica fascia di dipendenti: lavoratrici e lavoratori con anzianità significativa, età anagrafica elevata, titolari di legge 104 o con limitazioni su salute e sicurezza. In breve, chi non risponde ai livelli di produttività auspicati dall’azienda”.

“Pam Panorama è arrivata inoltre a definire “diffamatorio” quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali nelle ultime ore, in un incontro estremamente teso, con un’azienda inamovibile su posizioni rigide e con un fatto particolarmente inquietante: la presenza, in fondo alla sala, di un soggetto non identificato che – si legge nel testo, solo dopo l’insistenza delle organizzazioni sindacali, è stato qualificato come addetto interno alla sicurezza. Una provocazione inaccettabile, al limite della possibilità stessa di un confronto democratico. Un fatto grave e lesivo delle prerogative sindacali”.

“Ci si chiede – affermano i sindacati – quale fosse la funzione di tale presenza. Di cosa ha paura l’azienda? Forse un tentativo di intimidire la platea? A ciò si sarebbe aggiunta la presenza di ulteriori persone qualificatesi come funzionari della Questura”.