Pam Panorama respinge ogni accusa e rilancia la propria versione dei fatti: i controlli interni nei punti vendita sono, secondo l’azienda, non solo legittimi ma indispensabili.
Una posizione netta, che arriva nel pieno della polemica esplosa dopo il licenziamento di Fabio Giomi, il cassiere 62enne del Pam di Porta Siena che non avrebbe individuato alcuni articoli nascosti in una confezione durante un controllo ispettivo.
La replica parte da un assunto preciso: “la piena legittimità, ma anche l’assoluta necessità di tali verifiche, indispensabili per garantire l’integrità operativa, la sicurezza e il contenimento dei furti”.
Per Pam, il contesto criminale è cambiato radicalmente: “le differenze inventariali derivanti da ammanco hanno raggiunto per il gruppo i 30 milioni di euro” e i negozi sono “interessati quotidianamente da bande organizzate, bande di minori e individui che rubano sistematicamente”.
Per questo, spiega il gruppo nel comunicato, la salvaguardia del patrimonio aziendale richiede attenzione anche da parte dei cassieri, chiamati a verificare che ogni merce nel carrello venga registrata.
Pam assicura che il personale viene “regolarmente formato in materia di procedure operative” e che le verifiche “sono svolte esclusivamente da personale interno appositamente incaricato che si identifica prima del controllo e ne informa il dipendente”.
Eventuali errori, sostiene l’azienda, vengono gestiti nel rispetto delle tutele previste dall’ordinamento e dei principi di proporzionalità.
Punto delicato è il rapporto con i sindacati: secondo Pam, non c’è alcun mistero sulle procedure perché le sigle “sono state informate in modo puntuale delle procedure e dei relativi controlli”, indicati, si spiega ancora, nella nota del 14 ottobre e nell’incontro del 20 novembre. Per questo la società definisce l’ondata mediatica una “strumentalizzazione dei fatti” e precisa che i controlli “non hanno portato ad alcuna riduzione di organico” nello store coinvolto.
Sul caso Giomi, l’azienda non entra nel dettaglio ma difende l’impianto generale: controlli ordinari, necessari e già noti ai dipendenti. La chiusura insiste sul legame fra responsabilità e tutela dell’occupazione: “Il mantenimento e la creazione di posti di lavoro dipendono direttamente dalla capacità dell’azienda e dei suoi collaboratori di operare con attenzione, diligenza nel tutelare il patrimonio aziendale e con la massima cura del servizio al cliente”.