“Confesso…non vedo l’ora di vedere il tuo vestito all’esame”, ma anche “non sentirti in imbarazzo se non ti staccherò gli occhi di dosso ehh”, ed ancora “Mirabile visione di due mirabili estremità…; ehhh i mostri con quel balconcino sono meno mostri, su via!”
Sono solo alcune delle battute a sfondo sessuale che un professore del Liceo ‘Artistico’ Duccio di Buon Insegna avrebbe fatto ad una ragazza sua studente. Oltre a questo ci sarebbero anche apprezzamenti espliciti fatti durante le interrogazioni, gesti e contatti equivoci, continui commenti alle foto che venivano postate sui social.
Sul caso sta indagando la Procura di Siena. Ma il dramma che la giovane avrebbe vissuto è stato raccontato oggi, durante una conferenza stampa. Insieme a lei ci sono altre ragazze che avevano deciso di non accettare più il comportamento del loro professore. Lo hanno fatto nel 2020 realizzando e pubblicando un filmato dove veniva messa in luce la violenza verbale e psicologica espressa nelle sue parole, il fenomeno è quello del ‘catcalling’. Il video ha fatto il giro delle classi ed i loro compagni hanno manifestato subito vicinanza Dentro la scuola però non era cambiato nulla ed il professore era ancora lì.
Mesi dopo la studentessa, che aveva concluso il loro percorso scolastico, ha deciso di rivolgersi al centro Donna chiama Donna. “C’ha chiesto un incontro. E successivamente ha riferito di essere stata oggetto di attenzioni del docente. Le molestie erano iniziate quando era minorenne. Dopo lei sono venuti altri a parlare. Tutta questa vicenda gli aveva procurato disagio, un disagio che si sono portati fuori dalla scuola”, A dirlo è Katia Bassi, operatrice del centro. “Nel periodo in cui frequentava il liceo la studentessa non si era voluta esporre: temeva ripercussioni. Poi però si mossa per proteggere le altre studentesse più giovani”.
Donna chiama Donna quindi ha iniziato a segnalare la vicenda, tramite pec, alla dirigente scolastica dell’Istituto, e agli uffici scolastici regionale e provinciale. Alla ‘preside’ del Liceo avevano scritto anche 49 studenti esponendo la situazione e chiedendo che fossero adottati provvedimenti. Alla fine, dopo diversi tentativi, la dirigente ha trasmesso la segnalazione dell’Associazione alla Procura.
“Ma il professore continua a fare quello che sta facendo da anni – sono le parole dell’avvocato Claudia Bini, legale di Donna chiama Donna -. La giustizia farà il proprio corso ma ci preme sottolineare come le scuole devono proteggere gli studenti da certi comportamenti che lasciano ferite aperte per tutta la vita”.
MC
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