Quest’estate ho avuto occasione di visitare alcuni dei meravigliosi castelli della Loira. Uno tra i più belli e suggestivi è sicuramente Chenoncheau, dove risedette la regina di Francia che parlava francese con accento italiano, o meglio toscano.
Mi riferisco a Caterina De’ Medici, figlia del Magnifico, data in sposa nel 1547 ad Enrico II d’Orleans Re di Francia, grazie alle trame intessute dallo zio, papa Clemente VII. Caterina non era bella, ma aveva molta cultura, era intelligente, abile calcolatrice, ed era anche molto elegante. Nonostante una vita abbastanza travagliata (dato che rimasta orfana in età molto giovane, fu sballottata tra educatori e precettori vari o rinchiusa in monasteri), riuscì a trasformare la sua corte in una delle più raffinate d’Europa.
Fu costretta a “dividere” il suo letto con la bellissima Diana de Poitiers di cui il re era perdutamente innamorato, ma rimase ben presto vedova e divenne una delle donne più potenti d’Europa. Il Castello di Chenoncheau era in effetti stato donato dal re all’amante, ma divenuta vedova, Caterina seppe abilmente riprenderselo, relegando la bellissima rivale Diana nel Castello di Chaumont. Le tracce della regina, appassionata tra l’altro di esoterismo e di astrologia, a Chenonceau sono molto presenti. Forse non tutti sanno che a Caterina va il merito di aver portato le forchette alla corte di Francia. A Firenze le forchette erano già in uso dalla fine del 1400, mentre in Francia usava ancora mangiare con le mani.
Abitudine che non era elegante, ci si sporcavano le mani e si rendeva indecente la tovaglia o il tovagliolo usati per pulirle. Nonostante la raffinatezza, la forchetta veniva vista da quelle parti come un utensile eccentrico. Il figlio di Caterina, Enrico III di Francia, che amava ostentarle, veniva un po’ schernito. Visitando il castello non è difficile intuire, quale ruolo rivestisse la cucina alla corte di Caterina, considerando le dimensioni e gli spazi accuratamente studiati per ogni funzione. La storia testimonia che Caterina alla corte dei cugini d’Oltralpe oltre alle forchette, abbia portato moltissime prelibatezze toscane e non. Tra queste il gelato e l’Alchermes il famoso liquore dal colore rosso colorato col guscio della cocciniglia, e inventato dalla Farmacia di Santa Maria Novella, apprezzatissimo dai Medici. Chissà se la cultura della cucina in Francia non si sia sviluppata proprio grazie ai solchi tracciati da Caterina de Medici?
Stefania Tacconi