Un personaggio “irregolare” dal carattere “forte, irriverente e aspro” come tutti i senesi. Luigi De Mossi ha tratteggiato la figura di Santa Caterina da Siena nel suo intervento dopo l’arrivo della processione che dalla Basilica di San Domenico ha raggiunto piazza Del Campo.
Nonostante il pomeriggio bagnato dalla pioggia l’evento è stato denso di emozioni, che sono state portate dal suono delle chiarine, dai tamburi e dalle bandiere delle contrade, dalla folta presenza del mondo del volontariato e dell’associazionismo.
Domani si terrà il capitolo finale delle feste Cateriniane del 2023 con l’offerta dell’olio votivo, dei ceri e la santa messa presieduta da cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo.
“Come senesi abbiamo capacità di comunione e siamo anche disciplinati -continua De Mossi-. Dobbiamo unirci alla nostra chiesa, che ci ha tanto aiutato durante il covid ed anche ora.
La chiesa senese è tutta una bellezza. La classe ecclesiastica senese è stata brava nei lunghi decenni che si sono succeduti. Vi chiedo di rispettarla e di rispettare le istituzioni, di essere comprensivi, perché i momenti che ci aspettano possono non essere facili”.
Fortemente emozionata il sindaco di Assisi, Stefania Proietti che ha sottolineato come San Francesco e Santa Caterina “abbiamo un comune tratto distintivo: la continua ricerca della pace. Non vissero questa pace come un’utopia ma come qualcosa di concreto. E credo che Siena e Assisi porteranno questa fraternità insieme”.
Il tema della pace è stato logicamente centrale anche nella lettera di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – Arsenale della pace di Torino, che non era presente all’iniziativa per motivi personali. Toccante è stato quando Oliviero ha ricordato come “la solidarietà non ha fermato la guerra in Ucraina” ma “ha comunque dimostrato che l’umanità può riuscire ad arrivare al cielo, dopo aver raggiunto l’abisso”. E nella lettera ha poi aggiunto: “parlare di pace oggi è difficile ma chi crede in questo ideale deve sentire la responsabilità di proclamarlo con passione. Dobbiamo fare com Santa Caterina: non fermarci al presente senza speranza, ma essere capaci di sapere immaginare un oltre”.