L’8 marzo, data evocativa, è la data di pubblicazione della proposta di legge per le donne in agricoltura. Tuttavia, l’incardinamento e l’avvio dell’iter parlamentare in commissione agricoltura è di questi giorni. La proposta di legge, a prima firma di Susanna Cenni, deputato del Partito democratico e vicepresidente della commissione agricoltura alla Camera, a sostegno del lavoro e dell’imprenditoria femminile nell’agricoltura e nella pesca. La norma. sottoscritta da molti deputati del Pd, nasce dall’esigenza di promuovere e valorizzare il settore economico in crescita e dove permangono differenze e disparità di genere.
La stessa Susanna Cenni spiega: “La norma si pone il problema di conoscere e monitorare, con la creazione di un apposito ufficio dotato di risorse presso il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, la situazione delle donne nel lavoro e nell’impresa di questo comparto. Inoltre, propone di istituire un osservatorio con il contributo delle rappresentanze, del sapere e delle competenze della ricerca e dei servizi alle imprese ed al credito; di istruire misure e interventi utili a favorire il rispetto delle pari opportunità nel lavoro e nell’accesso agli strumenti di sostegno all’impresa femminile; di favorire la nascita di servizi per la conciliazione, per i trasporti, per la sicurezza nelle aree rurali”.
“Si interviene -continua l’onorevole- per garantire il rispetto della parità nelle nomine di competenza del Mipaf nei vari enti, nei comitati, nella consulenza; si istituisce la figura del coadiutore anche nella pesca, facendo uscire dalla invisibilità molte donne oggi impegnate nel pescaturismo, nell’ittiturismo, nella vendita del fresco. Si istituisce, infine, un fondo per la promozione di studi sulle donne nell’agricoltura e nella pesca”.
I dati Istat indicano come in Italia il 27% delle donne sia impiegato nell’agricoltura, mentre sono oltre 210mila le aziende agricole ‘rosa’ e sono più di 8mila gli agriturismi gestiti da imprenditrici. Nonostante ciò, permangono disparità salariali e discrepanze nel riconoscimento della professionalità e del lavoro.
L’onorevole Cenni conclude: “Da anni mi occupo di agricoltura prima all’interno del governo regionale della Toscana, poi in commissione alla Camera e per il Pd; la Toscana, tra l’altro, è una terra vocata e votata all’agricoltura, dove l’impegno e il lavoro delle donne è diffuso e fondamentale. Da questa esperienza e dal confronto con le tante donne che ho incontrato in questi anni, è nata la necessità di presentare una proposta di legge come questa. C’è ancora molto da fare, ma è una battaglia che non possiamo più rimandare: la presenza femminile è un valore aggiunto anche in agricoltura e da qui, dalla parità di genere e dall’abbattimento delle discriminazioni, passa lo sviluppo di un settore così strategico per il futuro del Paese”