“Ho avuto l’onore di essere rettore dell’Università di Siena per sei anni, un orgoglio che ho provato quando sono stato eletto e che ho portato con me per tutto il mandato”. Così Francesco Frati ha parlato a margine della Cerimonia del Tocco, un’occasione che ha rappresentato il definitivo commiato dal suo incarico di rettore. A partire dalla prossima settimana, infatti, il testimone passerà a Roberto Di Pietra.
“Sono contento di come la comunità universitaria – ha proseguito Frati – mi abbia sostenuto in questi anni, condividendo obiettivi e percorso. Personalmente mi porterò dietro i ricordi di un periodo straordinario, ricco di soddisfazioni e in molti casi divertente. Anche quando non siamo riusciti a fare qualcosa è stato comunque bello averci provato”. “Lascio un Università in salute, coesa e compatta ed ora potrà approfittare di una contingenza favorevole dovuta all’aumento dei finanziamenti ordinari, varati negli ultimi due anni, e dei finanziamenti straordinari del Pnrr sul comparto della ricerca” ha aggiunto ancora il rettore uscente.
Quella di oggi, tra le altre cose, è stata l’occasione per inaugurare un’Aula Magna del complesso didattico Le Scotte, completamente rinnovata. Al suo interno, questo pomeriggio, si è svolta la “Cerimonia del tocco”, organizzata per celebrare i docenti che nell’ultimo triennio hanno preso servizio all’Università di Siena o hanno avuto il passaggio di ruolo. La cerimonia è stata aperta dall’esecuzione, da parte del coro dell’Ateneo, del Gaudeamus Igitur, sotto la direzione dalla professoressa Elisabetta Miraldi. Oltre ai nuovi professori erano presenti all’evento le autorità cittadine e molti fra studenti, docenti e personale tecnico e amministrativo.
Il rettore Francesco Frati, al suo commiato, ha quindi accolto i nuovi docenti e consegnato loro il tocco, copricapo simbolo dell’accademia. Sono stati così festeggiati gli oltre 250 docenti – 95 ricercatori, 131 associati, 32 ordinari – di cui ben 174 presenti alla cerimonia. Il rettore Francesco Frati ha poi portato, al termine dei sei anni, il suo saluto alla comunità accademica. Un discorso accorato, durante il quale ha illustrato il percorso e i principali momenti del suo mandato rettorale, così ancorato alla città e al territorio. “Sono passati sei anni da quel novembre del 2016 in cui iniziava il mio mandato di rettore – ha detto rivolto alla platea -. Un titolo che mi fa ancora venire i brividi a nominarlo, specialmente in occasioni solenni come questa, tanto è il prestigio che la carica porta con sé; in una Università vecchia di otto secoli di storia; in una città culla di storia e di inclusiva accoglienza; in un Paese che ha dato e può continuare a dare molto alla ricerca, alla produzione di conoscenza e alla sua trasmissione di generazione in generazione. Una università e una città”. Frati ha poi ricordato le fasi complesse e impegnative sul fronte della didattica: “L’Università di Siena ha adesso un’offerta formativa che ha saputo rinnovarsi, seguendo sia l’evoluzione della normativa che, soprattutto, l’esigenza di fornire ai nostri studenti e alle nostre studentesse percorsi coerenti con l’evoluzione della conoscenza e della società. È forse merito di questa capacità di innovare la didattica se la nostra attrattività nei confronti degli studenti non si è mai indebolita, nonostante crisi economica e pandemia; e l’attrattività nei confronti degli studenti internazionali è addirittura aumentata. Ma è forse anche merito del mantenimento di servizi agli studenti comunque superiori alla media nazionale, come periodicamente ci ricorda il Censis, grazie ai finanziamenti aggiuntivi della regione, attraverso l’Azienda regionale per il Diritto allo studio, e grazie alla collaborazione con la città, intesa come amministrazione comunale, ma anche come comunità di cittadini. Una comunità che ha imparato a riconoscere la “sua” università come uno straordinario motore di sviluppo sociale, culturale ed economico”.
Non è mancato nel discorso il riferimento al rapporto con studentesse e studenti. “Parlare con loro è sempre stato un piacere. Anche nei momenti più difficili, nei confronti più aspri”. “Vederli festeggiare per la conclusione del loro percorso di studio. La loro soddisfazione e l’orgoglio per il risultato raggiunto restano ancora uno dei più bei ricordi di sei anni di mandato, e forse la più bella sensazione che resta dentro a noi docenti: aver aiutato i nostri ragazzi e le nostre ragazze a coronare il loro sogno”. “In una Università si insegna ai ragazzi e alle ragazze prima di tutto ciò che è stato studiato nei laboratori, nelle biblioteche, sul campo, nella società. Quella conoscenza che è frutto dell’impegno delle ricercatrici e dei ricercatori”.
Un passaggio del suo discorso lo ha voluto dedicare al professor Roberto Di Pietra, che fra pochi giorni gli succederà nella carica di rettore dell’Università di Siena: “Tra poco passerò simbolicamente il testimone di rappresentante dell’Università di Siena all’amico Roberto Di Pietra. A Roberto va il mio più grande in bocca al lupo, convinto, come sono, che saprà continuare non il mio percorso, che è poca cosa al cospetto della storia dell’Università di Siena, ma il percorso ottocentenario del nostro prestigioso Ateneo, culla di cultura e di scienza in una città a sua volta culla di civiltà plurisecolare”.
La cerimonia si è poi conclusa con un simbolico passaggio di consegne: la mazza d’argento con il sigillo dell’Università di Siena è stata passata nelle mani del professor Roberto di Pietra, che dal primo novembre succederà nella carica al vertice dell’Ateneo. Il Rettore Frati, come ultimo atto del suo mandato, ha apposto la firma nel libro d’onore dell’Università di Siena.
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