Non sembra spegnersi l’infiammata polemica che ha coinvolto l’azienda Sclavi. Qualche giorno fa i sindacati avevano lanciato l’allarme in una nota: “Sclavi ha licenziato dipendenti con dubbie procedure individuali” (qui il link all’articolo). Alle organizzazioni aveva risposto l’’amministratore unico della Sclavi Roberto Capitanelli che aveva specificato che i licenziamenti erano “avvenuti per motivi giustificati”(link qui ). Flai Cgil e Fai Cisl però sono nuovamente tornate alla carica.
““La Sclavi Srl, non dando alcun tipo di comunicazione in merito alla natura dell’operazione societaria”, questa è l’accusa dei segretari generali Roberto Giubbolini e Gabriele Coppi, e ancora Sclavi “ha contravvenuto al rispetto degli obblighi di informazione e di esame congiunto – proseguono-, configurando palesemente una violazione dell’art. 28 della Legge 300 del 1970. Ad oggi, quindi, non solo l’azienda ha licenziato con modalità discutibili, per le quali la Flai gil e la Fai Cisl faranno il loro percorso nelle sedi opportune, ma si assumerà tutte le responsabilità in materia di condotta anti-sindacale”.
“L’azienda, in passato, grazie allo sforzo dei lavoratori, con il congelamento di ferie e permessi, – spiegano – ha potuto dare continuità all’attività. Ha inoltre, in questi mesi, attivato procedure di cassa integrazione, faticosamente concordate con le organizzazioni sindacali, evitando di anticipare quanto dovuto ai propri dipendenti. I rapporti, già di per sé deteriorati, sono ora precipitati non appena siamo venuti a conoscenza delle ultime iniziative unilaterali prese da parte dell’azienda. Infatti, attraverso accordi singoli di cui i lavoratori rimasti in forza ci hanno informato, ci risulta che l’azienda abbia intrapreso un processo di riorganizzazione e riassetto societario che ai sensi dell’art. 2112 C.c. prevede obblighi chiari tra cedente e cessionario coinvolti nell’operazione per unità produttive che occupano più di 15 dipendenti”.
“Ci stupisce quanto sta accadendo in questo momento di forti criticità – concludono le organizzazioni sindacali – e soprattutto che un’azienda che è un marchio storico senese sia arrivata a concepire metodi distanti dal confronto e noncuranti della dignità dei lavoratori che per tanti anni hanno prestato servizio in seno alla vecchia proprietà. La Flai Cgil e la Fai Cisl non permetteranno che tutto questo avvenga nel silenzio, intraprendendo tutte le strade necessarie affinché si restituisca dignità a questa vicenda”.
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