Nella tarda serata del 23 luglio, a Chiusdino in località “Frassini”, si è sviluppato un incendio che ha interessato un capannone agricolo al cui interno erano riposte circa 350 rotoballe di fieno e parcheggiato un rimorchio carico di grano. Il proprietario della struttura aveva avuto quasi immediatamente notizia dell’evento e aveva chiesto mediante telefonata al 112 il soccorso dei vigili del fuoco di Siena e dei carabinieri della Stazione di Chiusdino, che immediatamente erano accorsi sul posto per operare secondo le rispettive competenze.
Per lo spegnimento dell’incendio sono state necessarie ben 18 ore di intenso lavoro. Già nella notte i militari dell’Arma hanno operato per ricostruire se quell’incendio fosse stato accidentale in relazione alle alte temperature della stagione estiva o se invece fosse intervenuta l’opera dolosa di qualcuno, un piromane o una persona che avesse motivi di risentimento nei confronti della parte lesa dal danneggiamento conseguente all’incendio. I carabinieri avevano infatti avuto notizia che nella serata precedente poco distante da quel rogo se ne fosse sviluppato un altro di dimensioni molto più contenute, avendo riguardato solo tre rotoballe di fieno.
Avevano subito immaginato dunque che fosse intervenuta l’opera di un piromane. Veniva utilizzata la risorsa investigativa che da diversi mesi è posta a disposizione dei carabinieri in Provincia di Siena, grazie a un protocollo con la locale Prefettura e alla logistica sviluppata presso le quattro centrali operative dell’Arma che consente, mediante la società “Terre Cablate”, in differita ma in tempo quasi reale, di poter monitorare le immagini degli impianti di videosorveglianza dei Comuni. Tale risorsa si è dimostrata ancora una volta fondamentale per ricostruire delle responsabilità che altrimenti non sarebbe stato facile poter individuare. Andando a rivedere pazientemente le immagini delle telecamere poste in prossimità dei due eventi incendiari in orari compatibili con quelli relativi allo svilupparsi dei roghi, è stato possibile identificare a fattor comune la stessa autovettura, della quale era anche possibile leggere la targa. In entrambi i casi era stata ripresa mentre si allontanava a velocità sostenuta dai luoghi ove si erano sviluppati gli incendi.
Non si trattava di un’auto rubata ma dell’auto notoriamente in uso ad un uomo di Chiusdino che identificato e messo alle strette in relazione agli elementi raccolti, spontaneamente confessava di essere stato lui l’artefice degli eventi delittuosi, non per motivi di risentimento nei confronti di nessuno ma per incomprensibili idee personali. Confessava di aver semplicemente usato un accendino, più che sufficiente per dar fuoco a del fieno secco nel mese di luglio. Dunque i vigili del fuoco non avrebbero potuto rinvenire nessun innesco nel tentativo di ricostruire la possibile origine dolosa del rogo. Il giovane è stato oggi denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica dell Tribunale di Siena per incendio doloso e si prospetta per lui anche l’ipotesi di un costoso risarcimento dei danni.
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