Chiusi – Nuove opportunità di lavoro per le aziende locali

Il Comune di Chiusi continua la sua battaglia per ridurre burocrazia e inefficienze. E così, attraverso un regolamento, porta a 200mila euro i limiti per l’affidamento di un lavoro, di forniture o servizi, ampliando le categorie che ne possono usufruire. La novità consente, da ora in avanti, di effettuare acquisti diretti con un limite massimo di spesa di 50mila euro, mentre il responsabile del servizio può avvalersi dell’affidamento diretto per un lavoro sotto i 40mila euro, o scegliere tra cinque offerte per importi fino ai 200mila euro.

Il regolamento, appena adottato in consiglio comunale con i voti della maggioranza che lo ha proposto (e parte delle minoranze che hanno condiviso il testo), consente di acquistare beni o servizi con buoni d’ordine fino a 5mila euro, evitando – come avveniva finora – la richiesta di preventivi, una determinazione di impegno di spesa e la successiva determinazione per la liquidazione. Allo stesso modo le formalità di affidamento di lavori, servizi e forniture per importi inferiori a 20mila euro si trasformano in atti di sottoscrizione, mentre per i contratti di importi superiori a 20mila euro si procederà a una scrittura firmata dal segretario comunale. Non saranno più necessarie polizze fideiussorie a garanzia per lavori inferiori a 20mila euro e per le forniture e i servizi fino a 40mila euro. Infine, si potrà ricorrere all’affidamento diretto per le prestazioni di tecnici sotto i 40mila euro, e a una selezione tra almeno cinque tecnici tra i 40mila e i 100mila euro. Tutti gli affidamenti diretti saranno gestiti attraverso un elenco, con aziende scelte con parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza. Il Comune, quindi, invita le imprese del territorio a presentare la richiesta di inserimento nell’albo delle ditte di fiducia: così facendo, si aprono nuove opportunità di lavoro.

“Togliere la burocrazia– afferma l’assessore al bilancio Juri Bettollini – è una forma di sostegno e attenzione alle imprese locali. Abbiamo introdotto un nuovo modello organizzativo dell’ente, cercando di semplificare  il funzionamento dell’amministrazione pubblica. Questo processo non  è un fine, ma un mezzo per migliorare il rapporto tra Comune, cittadini, soggetti economici e dipendenti comunali”. Il passo è significativo, ma occorre affrontare le contraddizioni di un sistema che impedisce ai Comuni di spendere soldi propri, e quindi di dare sostegno economico alle imprese e allo sviluppo. Il dibattito istituzionale per la revisione del Patto di stabilità è in pieno svolgimento, e vede il sindaco Stefano Scaramelli in prima linea.