Montelupo, Villa Ambrogiana non è più ospedale psichiatrico giudiziario. Ormai rimane aperta solo la struttura siciliana di Barcellona, poi sarà l’estinzione degli opg
Opg Montelupo, ultimo atto. L’ultimo paziente ha lasciato l’Ambrogiana martedì scorso, e la villa medicea di Montelupo Fiorentino non è più Ospedale psichiatrico giudiziario. Diventa patrimonio Unesco. Sul percorso che ha portato al superamento dell’Opg e sulla situazione attuale ha fatto il punto nel corso di una conferenza stampa, l’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, assieme a Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana e commissario unico del governo per il superamento degli Opg. Presenti alla conferenza stampa anche il sindaco di Montelupo Paolo Masetti, il direttore generale dell’azienda Toscana centro Emanuele Gori, i direttori dei Dipartimenti di salute mentale delle tre aziende sanitarie toscane, il responsabile sanitario dell’Opg Franco Scarpa, il responsabile sanitario della Rems di Volterra Alfredo Sbrana e il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone.
“Questo che annunciamo oggi è un passaggio davvero fondamentale – ha detto l’assessore Stefania Saccardi – La chiusura dell’ospedale psichiatrico giudiziario è un fatto epocale. Si apre ora un’altra fase, che vede i pazienti che via via sono stati dimessi dall’Opg accolti nella Rems, in comunità, appartamenti, o con altre soluzioni terapeutiche individuali. E Villa Ambrogiana libera per destinazioni che possano valorizzarla al meglio”.
“La chiusura dell’Opg di Montelupo Fiorentino prefigura la conclusione della riforma che ha previsto la chiusura del manicomio criminale in Italia. Una storia lunga, che si chiude felicemente – sono le parole di Franco Corleone – Si tratta di un’autentica rivoluzione, che mette l’Italia all’avanguardia in Europa e nel mondo, e conclude il processo iniziato con la Legge Basaglia. In Toscana la riforma si concluderà con l’apertura nei prossimi mesi della Rems di Empoli, che si affiancherà a quella già aperta a Volterra. Le Rems presenti e le strutture intermedie consentiranno di rispondere adeguatamente alle richieste da parte della magistratura. È auspicabile – aggiunge Corleone – che la magistratura di cognizione applichi la legge 81/2014 utilizzando per le misure di sicurezza provvisorie le varie tipologie di strutture e non solo le Rems. Finalmente la Villa dell’Ambrogiana tornerà a un uso culturale pubblico e potr&a grave; essere annoverata nel patrimonio delle Ville Medicee tutelato dall’Unesco”.
Il programma di superamento dell’Opg, che era stato definito dalla Regione con una delibera del 25 maggio 2015 e approvato dal Ministero nel luglio 2015, ha previsto come intervento prioritario la presa in carico dei pazienti da parte dei servizi sanitari delle Asl competenti territorialmente. Le aziende hanno contribuito in maniera determinante alla chiusura dell’Opg con appositi progetti terapeutico riabilitativi individuali che hanno permesso di seguire percorsi alternativi all’Opg, dimettendo tutti coloro che potevano tornare sul territorio (in comunità terapeutica, in gruppi appartamento, alcuni al proprio domicilio).
Dal 2011 la Regione Toscana ha sostenuto con risorse proprie la dimissione dei pazienti che potevano essere dimessi: con un impegno di oltre 7 milioni e mezzo di euro, i servizi sanitari di salute mentale competenti hanno attuato 77 percorsi alternativi all’Opg, impegnandosi nella presa in carico dei pazienti e nel costante rapporto con l’autorità giudiziaria competente, che è l’autorità che ha l’ultima parola nel concedere o meno la dimissione.
La direzione sanitaria dell’Opg ha avuto un ruolo di snodo nell’attivazione di questi percorsi riabilitativi, facilitando la presa in carico dei pazienti da parte dei servizi di salute mentale territoriali e i rapporti con la magistratura competente.
Il programma regionale di superamento prevede la realizzazione di una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) definitiva nell’area ospedaliera di Volterra, organizzata in moduli per intensità assistenziale. La scelta della Rems definitiva per due moduli da 20 posti per un totale di 40 posti prevista a Volterra sarà necessariamente valutata con l’apertura della Rems a Empoli. Attualmente è attiva una Rems provvisoria, sempre nell’area ospedaliera di Volterra, per complessivi 34 posti letto, organizzati in due moduli. La Rems è stata attivata in tempi stretti grazie all’azienda sanitaria Toscana nord ovest, che è stata capace di rispondere a un’esigenza regionale pressante. Su tutto il territorio regionale ci sono inoltre strutture terapeutiche riabilitative cosiddette intermedie (complessivamente 48 posti letto dislocati in sei strutture), nelle quali le caratteristiche assistenziali e di sicurez za sono rafforzate così da permettere l’accoglienza di pazienti che non hanno misure di sicurezza detentive ma che necessitano di attenzione particolare.
Trattandosi di struttura penitenziaria, Montelupo potrà essere chiuso con procedimento del Ministero della giustizia solo dopo che anche l’amministrazione penitenziaria avrà provveduto a effettuare i trasferimenti delle persone di sua competenza: ad oggi c’è un detenuto che risiede a Montelupo, più altri che vanno all’Ambrogiana da Sollicciano, come inserimento lavorativo, per lavorare a liberare l’edificio.
Quanto alla destinazione futura di Villa Ambrogiana, nel giugno 2016 era stato approvato un protocollo di intesa tra Ministero della giustizia, Regione Toscana, Agenzia del demanio e Comune di Montelupo. Pochi giorni fa si è tenuto il primo incontro del gruppo di lavoro che dovrà definire il futuro, la destinazione e la valorizzazione della struttura. Un incontro preliminare, in cui ancora non si è parlato di destinazione. Il prossimo incontro è fissato per la fine di febbraio.
Intanto è stato trasferito dall’Opg di Montelupo alla Rems di Volterra il pluriomicida Sergio Cosimini, che il 1 giugno 1990 uccise a Siena i carabinieri Mario Forziero e Nicola Campanile. E si è scatenata la polemica.
(foto tratte da: Opg di Franco Guardascione)