
Gli italiani torneranno alle urne il prossimo 8 e 9 giugno per esprimere i propri voti su cinque referendum abrogativi. I primi quattro riguardano il lavoro, mentre l’ultimo riguarda la cittadinanza. I cittadini, dunque, dovranno scegliere se approvare la cancellazione di una legge o di una sua parte. Per essere valido, il risultato avrà bisogno del raggiungimento del cosiddetto quorum, ovvero la soglia di voti registrati pari alla metà più uno degli aventi diritto di voto.
Importante sottolineare che, al momento del voto, non è obbligatorio ritirare tutte e cinque le schede referendarie. L’elettore ha la possibilità di rifiutare una o più schede, comunicando la propria decisione al presidente di seggio. Questa opzione consente di partecipare selettivamente al referendum, esprimendosi solo sui quesiti che interessano.
La posizione dei partiti
La posizione dei partiti di governo è quella dell’astensione. Fratelli d’Italia, in primis, ha ribadito che non votare è un legittimo modo per esprimere dissenso verso un’iniziativa non condivisa e promossa dalla sinistra. Linea sposata anche da Forza Italia e Lega. Leggermente diversa la posizione di “Noi Moderati”, che non diserterà le urne ma voterà cinque no.
Diametralmente opposta la linea dei partiti di opposizione. Il Partito Democratico ha già dato indicazione di votare cinque sì. Posizione identica a quella di Alleanza Verdi e Sinistra, che voterà cinque sì. Il Movimento 5 Stelle, invece, voterà sì ai primi quattro quesiti referendari, quelli riguardanti il lavoro, lasciando libertà di scelta su quello relativo alla cittadinanza. Da notare, in ogni caso, che il presidente Giuseppe Conte ha manifestato il proprio sì anche su quest’ultimo.
Più negativi Italia Viva e Azione: i primi hanno espresso la propria contrarietà ai primi tre quesiti e voteranno sì solo a quello sulla cittadinanza, lasciando libertà di scelta su quello relativo alla responsabilità dell’impresa committente. Azione, invece, voterà no ai quattro quesiti sul lavoro e voterà sì solo a quello sulla cittadinanza. Infine, Più Europa voterà due soli sì, quelli su cittadinanza e sicurezza sul lavoro, mentre per gli altri tre è orientata sul no.
I quesiti
1 – Licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti
“Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?”
Nella prima scheda, di colore verde, si propone di abrogare uno dei decreti del Jobs Act sui contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti introdotto nel 2015. Abrogando il decreto si vuole stabilire l’obbligo di reintegro del lavoratore nel posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo.
2 – Indennità per licenziamenti nelle piccole imprese
“Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro?”
Il secondo quesito vuole eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende con meno di quindici dipendenti. L’indennità sarebbe quindi determinata dal giudice senza limiti.
3 – Contratti a termine
“Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1-bis, limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “, in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente”?”
La terza scheda, quella grigia, darà modo agli elettori di decidere se eliminare alcune regole attualmente in vigore che definiscono quando e come un’azienda può stipulare contratti di lavoro a tempo determinato, nonché le condizioni per il loro rinnovo o prolungamento. In caso di abrogazione, verrebbe reintrodotto l’obbligo di specificare una motivazione per l’assunzione, anche nei contratti inferiori a un anno di durata.
4 – Responsabilità solidale negli appalti
“Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici”?”
La penultima scheda vuole abrogare la norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni sul lavoro legati al tipo di attività che svolgono le imprese appaltatrici o subappaltatrici. In termini tecnici si parla di “infortuni derivanti da rischi specifici dell’attività delle imprese”.
5 – Cittadinanza italiana per stranieri
“Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?”
L’ultimo quesito propone di abrogare l’attuale norma che prevede che, per avere la cittadinanza italiana, le persone maggiorenni nate in un Paese fuori dall’Unione europea devono risiedere legalmente in Italia per almeno dieci anni. Con la scheda gialla si vuole cancellare questa norma per tornare alla precedente, che stabiliva che gli anni di residenza necessari erano solo cinque.
Le informazioni utili per chi abita nel Comune di Siena
L’ufficio Servizio demografico e servizi elettorali, in via di Salicotto 6, rimarrà chiuso al pubblico lunedì 9 giugno, per consentire i lavori preparatori e successivi ai referendum. Tuttavia, per le pratiche di registrazione nascite, decessi e seppellimento, l’ufficio di Stato civile in via di Salicotto rimarrà regolarmente aperto nel consueto orario, dalle 9 alle 12.30.
Per il rilascio delle carte d’identità e delle tessere elettorali necessarie per esercitare il diritto al voto, sia l’ufficio anagrafe in via di Salicotto che l’ufficio decentrato di via Bernardo Tolomei 7 (località Acquacalda) osserveranno le seguenti aperture straordinarie al pubblico: sabato 7 giugno dalle 9 alle 18; domenica 8 giugno dalle 7 alle 23; lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15.
Le tessere elettorali potranno essere rilasciate negli stessi orari delle consultazioni elettorali (domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15) anche presso le postazioni ubicate nei seguenti seggi: complesso Auditorium piazza della Costituzione, 13 (San Miniato); scuola elementare Pascoli in via Nazario Sauro, 1; scuola elementare Tozzi in strada Petriccio e Berliguardo, 55.
Per l’ubicazione dei seggi elettorali e il relativo stradario è possibile consultare il portale del comune di Siena (www.comune.siena.it/servizi/referendum-popolari-dell8-e-9-giugno-2025). Tutte le informazioni sui referendum sono consultabili sul portale del Comune di Siena (www.comune.siena.it/tutti-gli-argomenti/elezioni).
Le modalità di voto
Si potrà votare domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e poi lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Al momento della presentazione saranno fornite le cinque schede all’elettore, ognuna di colore diverso e con la descrizione della norma che si vuole o meno cancellare. Per abrogarla bisogna votare sì, per mantenerla bisogna votare no. Gli elettori dovranno presentarsi al seggio con un documento d’identità valido e la tessera elettorale. Per le persone affette da infermità è possibile fare richiesta per l’accesso al voto a domicilio al proprio comune, presentando insieme alla domanda il certificato medico dell’ASL e la copia della tessera elettorale. Gli elettori fisicamente impediti, invece, potranno votare recandosi in cabina con l’assistenza di un accompagnatore di fiducia, purché iscritto nelle liste elettorali.
Anche i fuorisede, studenti, lavoratori e ricoverati in un comune di una provincia diversa da quella di residenza, potranno votare senza tornare al proprio comune di origine. Per fare richiesta sarà necessario dimostrare di essere lontani dal comune di iscrizione elettorale da almeno tre mesi, con l’attestazione rilasciata dal comune di domicilio per l’ammissione al voto. I fuorisede hanno potuto fare domanda per andare alle urne nel comune di temporaneo domicilio “entro il termine di 35 giorni prima della data prevista per la consultazione referendaria e possono revocarla entro il termine di 25 giorni prima della medesima data”.