Costanza di risultati negli ultimi anni e grande attenzioni nei servizi che vengono forniti agli studenti. Per Francesco Frati, rettore dell’Università di Siena, sono questi i due elementi più significativi che la classifica Censis sulle migliori università italiane sottolinea sul nostro Ateneo.
“Ci siamo sempre impegnati negli scorsi sei anni perché per noi attrarre studenti fuori da qui è questione di vita o di morte – afferma- . I nostri immatricolati sono in maggioranza fuori sede e vengono a Siena per i servizi che forniamo, per la didattica che offriamo e per la bellezza della nostra città”
Rettore quale è il suo commento al risultato ottenuto dall’Università?
“Siamo gratificati. Ed onestamente ci ritroviamo nelle parti alte della classifica sugli atenei medi italiani da parecchi anni. Il nostro operato è stato premiato e questo è importante anche per una questione di ‘pubblicità’ in un momento in cui gli studenti scelgono le Università. Ha pagato il lavoro di squadra di tutti, non solo dei vertici, ma anche di docenti, dirigenti e del personale dei dipartimenti”
Ci sono degli ambiti dove l’Università deve fare ancora qualcosa? Quali invece gli ambiti che vi hanno premiato?
“Ci sarà da fare sull’occupabilità su cui forse stiamo scontando anche l’effetto della pandemia. Però qui siamo già al lavoro da tempo con le imprese e abbiamo sviluppato i Carrers day, quindi avevamo già fatto passi in avanti in passato. Un altro punto è quello delle borse di studio: il punteggio è ottimo, ma siamo bassi in classifica rispetto ad altre realtà che hanno realizzato numeri ‘monstre’. Comunque abbiamo ottenuto più di 90 punti e questo mi lusinga. Ringrazio anche il Dsu per la collaborazione. Sui singoli indicatori però non mi soffermerei perché, anno dopo anno, c’è un po’ di oscillazione in classifica. La questione fondamentale è che Siena sia sempre tra i primi, lo ribadisco”
Visti i numeri della classifica c’è un messaggio che vuole mandare a chi sarà il successore?
“Gli auguro semplicemente di fare un lavoro proficuo e spero che possa fare anche meglio di me. Mi auguro inoltre che chi verrà dopo di me trovi il modo di operare con serenità, come ho fatto io, e di collaborare con persone che vogliamo solo fare il bene dell’Ateneo”
Marco Crimi