Quello che sta per andare in archivio sarà ricordato come l’inverno più caldo dal 1955, con temperature di oltre due gradi sopra la norma. E a si aggiunge l’autunno più caldo mai registrato in Toscana ed in Italia
A dirlo è il consorzio Lamma che ha presentato il suo rapporto del 2023 ed ha illustrato, in una conferenza a Firenze, i valori registrati nei dodici mesi appena passati e in questa prima fase del 2024.
Dall’1 dicembre 2023 fino al 14 febbraio 2024 le temperature sono state di oltre due gradi sopra la norma. “Ormai è incontrovertibile che il meteo sta cambiando e che la programmazione regionale, così come la sensibilità globale, deve tenerne conto. Tutti dobbiamo cercare di operare per contrastare, o almeno rallentare, il cambiamento climatico e al tempo stesso prepararci ad affrontarne le conseguenze. E questo chiarisce ancora di più perché sia essenziale intervenire per mettere in sicurezza il territorio e dotarlo di infrastrutture adeguate alle nuove sfide climatiche”, è l’osservazione del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani presente all’evento odierno.
“La Toscana – ha ricordato l’assessore ragionale all’ambiente Monia Monni – sta elaborando il proprio Piano per la transizione ecologica. Un piano che poggia su due pilastri: da una parte la lotta ai cambiamenti climatici, dall’altra le politiche per aumentare la resilienza dei territori, la loro capacità di adattarsi e resistere ai nuovi fenomeni. Stiamo stimolando l’economia circolare, perché chiaramente cambiare i processi produttivi consente di risparmiare CO2, ma soprattutto stiamo facendo un Piano della transizione energetica molto radicale, che punta sul raddoppio dell’energia da fonti rinnovabili per diventare carbon neutral in netto anticipo sui tempi previsti dall’Europa”.
Secondo i dati Lamma i mesi dicembre 2023 e gennaio 2024 hanno fatto registrare temperature spesso miti, chiudendosi con quasi due gradi sopra la media (+1.9 °C rispetto al 1991-2020), e lo stesso trend sembra riproporsi a febbraio.
L’andamento climatico è stato eccezionalmente mite, con pochissima neve sulle montagne. Se nel periodo dal 15 febbraio a fine mese si confermerà l’andamento attuale, questo sarà confermato come l’inverno più caldo per la Toscana.
Nel complesso il 2023 a livello globale è risultato l’anno più caldo mai registrato, mentre in Toscana è il ‘secondo’ più caldo (subito dopo il 2022, che ha registrato solo +0.1 °C) con una temperatura media superiore di +1.2 °C rispetto al periodo 1991-2020, e di +2.1 °C rispetto al trentennio 1961-1990.
Nel corso del 2023 ben 11 mesi su 12 hanno registrato temperature sopra media, con l’unica eccezione di aprile (-0.6 °C).Ben 7 mesi hanno registrato valori mensili di oltre un grado sopra la norma. Tra questi spicca il record di ottobre con +3.5 °sopra media.
E’ stata la sesta estate più calda dal 1955 (+1.1 °C sopra media) con le minime che si sono rivelate particolarmente elevate (+1.3 °C); le notti tropicali, cioè quelle con temperature sopra i 20 °C, sono state il 60% in più rispetto al normale (25 rispetto a 15). Due lunghe ondate di caldo hanno caratterizzato il bimestre luglio – agosto (ad eccezione di una breve parentesi fresca i primi giorni di agosto). Sul finire del bimestre sono stati superati anche i record storici delle massime a Pistoia (40.9 °C) e Prato (40.8 °C).
Ancora più eccezionale il trimestre autunnale, con una temperatura di 2.1 °C sopra la media: è risultato essere il più caldo di sempre in Toscana ed in Italia.Settembre è stato praticamente un mese estivo e ad ottobre ben 26 giorni su 31 hanno registrato valori molto sopra la media. Nei primi giorni di ottobre sono stati abbattuti anche i record di temperatura massima più alta in quasi tutti i capoluoghi di provincia toscani, a partire dai 33.2 °C di Firenze (1° ottobre) ai 30.2 °C di Pisa (2 ottobre).
Dal punto di vista delle piogge la situazione è di più complessa lettura, perché sebbene la quantità totale di pioggia caduta nel 2023 sia pressoché in media, la distribuzione temporale delle precipitazioni è stata veramente discontinua. Il 30-40% delle precipitazioni di tutto il 2023 si è infatti concentrato tra il 18 ottobre e il 10 novembre, complice l’evento alluvionale del 2 novembre nelle province di Prato e Pistoia.
“A fronte di un pianeta che si scalda a ritmi sempre più rapidi è fondamentale comprendere che gli effetti di questi cambiamenti possono essere anche molto diversi da una zona all’altra– ha spiegato l’amministratore unico del Lamma Gozzini – Per questo le analisi regionali sono essenziali e ci consentono di comprendere meglio come nella nostra regione si stia manifestando il cambiamento del clima, le peculiarità e le fragilità nei diversi territori al fine di poter individuare politiche di adattamento adeguate”.