Ci eravamo lasciati la scorsa settimana con l’opinione dei ristoratori del centro storico riguardo alle nuove sanzioni del codice della strada. I dubbi, effettivamente, erano emersi e sembrano essere confermati a distanza di una settimana, ma questa volta a parlare sono i titolari dei locali fuori dalle mura, che necessariamente devono essere raggiunti in macchina. I ristoratori, in realtà, non hanno mostrato perplessità riguardo alle nuove normative, anzi; ciò che chiedono però, è una soluzione al problema.
“Nel resto d’Europa ci sono queste leggi da anni e credo che siano giuste – commenta Michele Vitale, titolare del ristorante da Michele -. In queste prime settimane, mi sono reso conto che le persone stanno molto più attente e magari, invece di ordinare la bottiglia di vino ordinano solo il calice. È ovvio che una situazione del genere influisce sui conti e per questo devono essere prese delle soluzioni. Perché non possiamo avere un servizio taxi adeguato o un sistema Uber, che usano in tutto il mondo? Queste potrebbero essere le soluzioni ideali, che permettono anche a noi di lavorare senza problemi”.
L’ipotesi del vino analcolico non sarà presa in considerazione da molti locali del centro storico, ma anche al di fuori delle mura la direzione è la stessa. Chi, invece, sembra avere meno preoccupazioni è Filippo, lo storico titolare del ristorante Il Grillo Moro in Strada dell’aeroporto ad Ampugnano, il quale vede questa situazione come un’opportunità.
“Bere eccessivamente non serve a niente – spiega il titolare del locale -; dunque, le nuove sanzioni le reputo giuste, perché così le persone stanno molto più attente e qualche tragedia può essere evitata. I gruppi di persone si dovranno organizzare, mentre noi ristoratori dovremo sfruttare l’occasione per cercare di offrire alle persone i vini migliori, in modo da aumentare anche la qualità di una cena. L’educazione al bere è fondamentale e credo che adesso sia arrivato il momento giusto per dire basta agli eccessi e per offrire al cliente le materie prime migliori”.