Sono 422 gli accessi con Codice rosa negli ospedali della Toscana del sud da gennaio a fine settembre 2021 ed in provincia sono 69 i casi che hanno fatto scattare il codice rosa – 54 maltrattamenti contro adulti, 13 contro minori, due abusi su minori -. I dati sono stati comunicati dall’Asl sud est nell’ambito della della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Su questo tema l’azienda ha aderito alla open week dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna che proseguirà fino al 28 novembre. Nei canali di Facebook e nel sito dell’Asl si può trovare un banner cliccabile che riporta alla pagina del Codice rosa, “con l’intento di mettere in evidenza e d’immediato accesso tutte le informazioni utili per chi subisce un atto di violenza e non sa come orientarsi”, spiegano dall’Asl.
“A farci capire che non bisogna mai abbassare la guardia su questo fenomeno sono i dati degli accessi per Codice rosa ai Pronto soccorso della Asl Toscana sud est, relativi ai nove mesi del 2021. Confrontandoli con lo stesso periodo dell’anno precedente si denota un aumento sia per gli adulti che per i minori-spiegano ancora dall’Asl-, in particolar modo nel 3° trimestre. Tale incremento è in parte interpretabile alla luce della fine del periodo di lockdown e al ritorno ad una sorta di normalità dove si può uscire e circolare più liberamente, seppure sempre con le dovute cautele per il mantenimento del contagio da Covid, dove le vittime di violenza si sono sentite più tranquille a rivolgersi anche fisicamente al Pronto soccorso per essere prese in carico dal percorso Codice Rosa e ai centri anti-violenza. Di contro infatti, in piena pandemia, si è assistito a una diminuzione degli accessi e delle denunce mentre nel contempo aumentavano drammaticamente gli episodi di violenza contro le donne e le richieste di aiuto al 1522 (numero anti-violenza e stalking)-continuano-, in particolare di violenza domestica. Le indicazioni di restare in casa, necessarie a contenere il contagio, hanno reso le donne ancora più soggette a episodi di violenza domestica, impossibilitate a chiedere aiuto recandosi ai centri di riferimento, isolate da parenti o amici a cui poter chiedere supporto, fisicamente “costrette” ad una vicinanza continua con il partner maltrattante”.
“La nostra Azienda è sempre attenta a cogliere quelli che sono i segnali che emergono dai dati che raccogliamo ogni anno sulla violenza. Sono la cartina tornasole per monitorare anche il livello di attenzione e di preparazione che gli operatori hanno sul tema della violenza – spiega il dottor Claudio Pagliara, direttore Unità operativa semplice Codice rosa, salute e Medicina di genere della Asl Toscana sud est – I dati possono essere ovviamente condizionati da fattori sociali ed economici contingenti o come in questo caso legati agli effetti della pandemia. A tale proposito infatti, già dai primi mesi del 2020 abbiamo aggiornato le procedure ospedaliere e territoriali calibrandole sulla situazione pandemica per assicurare nonostante le restrizioni necessarie la stessa prontezza d’intervento e la stessa qualità dell’assistenza”.
“Nonostante l’ulteriore impegno umano e professionale che l’emergenza sanitaria da Covid ha richiesto a tutti gli operatori della sanità, la Rete Codice Rosa ha mantenuto lo stesso livello di risposta di sempre, dimostrando il suo carattere di resilienza – commenta la dottoressa Vittoria Doretti – La nostra attenzione si focalizza sulle diversità e l’inclusione sia per operatrici e operatori, sia nei percorsi. Attenzione massima anche per tutte le forme di discriminazione di genere. Il riconoscimento di questi aspetti e la conseguente tempestiva attivazione delle connessioni per fornire risposte immediate alle esigenze di cura e di avvio a percorsi dedicati passano da un rafforzamento dei percorsi e del dialogo con le istituzioni e i centri anti-violenza. Il 2022 segna un’altra tappa fondamentale della storia della Rete Codice rosa, ovvero 10 anni da quando la Rete è diventata regionale: da quel tempo molti importanti traguardi sono stati raggiunti nella lotta alla violenza, ma la strada verso l’eliminazione è da ancora da percorrere e ogni giorno ci poniamo nuovi obiettivi. Quanto realizzato a tutela delle donne e di ogni persona che subisce atti di violenza è frutto della collaborazione di tanti professionisti. Ringrazio pertanto tutti gli operatori e le operatrici della Rete e la direzione aziendale per aver favorito questo processo culturale, perchè Codice rosa non è solo protocolli e procedure, ma è soprattutto crescita culturale istituzionale”.In uno degli anelli di congiunzione tra la Rete di Codice rosa e la rete dei centri anti-violenza, tra le donne che hanno trovato il coraggio di chiedere sostegno c’è anche Cristina, la quale, in preda alla disperazione, urla contro gli operatori il suo grido di aiuto: “Ho bisogno di essere creduta, ho bisogno di essere protetta perchè non voglio essere la prossima vittima di femminicidio!”.