Lavoro e caporalato nell’agricoltura: quanto sono presenti questi due fenomeni e quanto incidono sul settore, che è uno dei principali della nostra regione e del nostro territorio? La risposta, hanno provato a darla oggi durante l’incontro dal titolo “Il lavoro in agricoltura, le regole della contrattazione collettiva”, organizzato da Coldiretti Siena, in cui si sono riuniti gli esperti del settore agricolo ed anche sindacale. Com’ è noto, l’agricoltura è uno di quei rami in cui la richiesta di mano d’opera è molto alta e ciò porta anche ad un incremento del lavoro irregolare, molto spesso con lo sfruttamento di migranti.
“Per il 2025 abbiamo stimato la necessità di oltre 10mila lavoratori extracomunitari in più rispetto all’anno appena trascorso – commenta Romano Magrini, responsabile del lavoro di Coldiretti -. Questo aspetto, ci ha portato a mettere in campo un progetto nazionale, che prevede la possibilità di selezionare e formare persone provenienti dall’estero, in modo da inserirli nel mondo del lavoro già pronti”.
Il territorio di Siena, in realtà, è uno di quelli che soffre meno il problema del caporalato rispetto ad altre zone d’Italia, ma i dati confermati dagli ispettori e dalla stessa Coldiretti fanno riflettere.
“Siena è una delle principali province del settore agricolo, ma il problema del caporalato non è così grosso come in altri posti – spiega Maria Francesca Santoli, direttore dell’ispettorato del lavoro di Siena e Grosseto -. Con questo però, non siamo autorizzati a chiudere gli occhi, perché oltre il 60% delle aziende ispezionate quest’anno, hanno registrato la presenza di lavoratori irregolari. Con l’ampia ricerca di mano d’opera però, aumentano anche le possibilità e il nostro auspicio è che le aziende possano rispondere bene”.
Buone notizie, comunque sono arrivate, come il rinnovo dei contratti di oltre 13mila addetti nel settore in provincia di Siena. Dunque, non resta che attendere per vedere che cosa offrirà il 2025.