Colf e badanti italiani, filippini, tedeschi, dominicani, polacchi e rumeni. Diverse nazionalità, ma unico comune denominatore: “dimenticavano” di dichiarare quanto percepivano. Ed erano piuttosto recidivi nella condotta, visto che la dimenticanza avveniva ogni anno al momento di presentare la dichiarazione dei redditi.
Il lavoro di colf e badanti, o più in generale il lavoro “domestico”, è un’attività per la quale la richiesta è in continua crescita, così come l’importanza sociale che gli viene riconosciuta. Non a caso, infatti, tali lavoratori assumono oramai la veste di veri e propri ammortizzatori sociali che sostengono le famiglie nella gestione delle incombenze domestiche e nella cura degli anziani. Non per questo, però, viene meno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi quando gli introiti superano la soglia di esenzione.
Ed è proprio da una analisi di contesto che è partita un’operazione di servizio da parte delle Fiamme Gialle senesi, le quali hanno passato al setaccio una serie di nominativi, dati e informazioni che hanno permesso di riscontrare diverse criticità nell’interpretazione del concetto di “obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi” imposto dalla legge e di “capacità contributiva” richiamato nell’art. 53 della Costituzione.
L’attività così svolta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siena ha consentito di stanare ulteriori 7 lavoratori domestici “fantasma” operanti nel capoluogo e comuni limitrofi, completamente sconosciuti per lo Stato italiano, che, negli anni, hanno puntualmente omesso di dichiarare redditi per un ammontare di 300mila euro. Ciò è stato possibile grazie all’incrocio dei dati presenti nelle banche dati in uso al Corpo ed alla preziosa collaborazione dell’INPS; in questo modo sono state censite centinaia di posizioni fiscali dalle quali sono state selezionate quelle che presentavano un maggior debito d’imposta.
Le Fiamme Gialle senesi continueranno ad eseguire ulteriori controlli della specie estendendoli in tutta la provincia, al fine di garantire un fisco più equo e proporzionale alla capacità contributiva di ciascun lavoratore, per ripristinare le necessarie condizioni di giustizia e solidarietà tra Stato e cittadini.