Un ordine del giorno per la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini attraverso l’approvazione per acclamazione, il 24 Maggio 1924, dell‘ordine del giorno n°299. E’ quanto si appresta a discutere e votare il Consiglio comunale di Colle di Val d’Elsa (Siena) nella seduta di giovedì 27 aprile con un atto presentato dalla maggioranza e sottoscritto anche da SuPerColle, IoCambio e M5S.
“La motivazione principale della revoca si fonda su una scelta politica di rifiuto della condivisione della cittadinanza con il capo della dittatura fascista che per oltre un ventennio ha soppresso qualsiasi tipo di libertà sociale, civile e politica e con l’ideatore di un sistema violento e oppressivo nei confronti di qualsivoglia avversario politico e minoranza. Dopo quasi un secolo andiamo a compiere un “atto storico” che rende giustizia a tutti coloro che in quegli anni hanno subito violenze, soprusi e vessazioni e soprattutto ai partigiani morti per la liberazione della nostra città dal nazifascismo” sottolinea il sindaco Alessandro Donati. “Questo è un “atto storico”, non nel senso che questa amministrazione si senta investita di chissà quale protagonismo, ma perché dal 27 aprile 2023 in poi la nostra città non avrà più “il Duce” quale concittadino di Vittorio Meoni, di Gracco del Secco e tutti gli altri martiri colligiani.
Quindi una direzione opposta a quella intrapresa in altre città guidate da altre forze politiche, nelle quali è in atto un tentativo, che sottende ad una vera e propria strategia politica, di riabilitare le figure chiave del ventennio fascista attraverso l’intitolazione di vie, parchi giochi, aeroporti”.
“Grazie a ricerche di archivio effettuate da cittadini colligiani presso la biblioteca comunale è stato possibile risalire al verbale della seduta di Consiglio Comunale che si è svolta in data 24 Maggio del 1924 nella quale per acclamazione, tramite l’approvazione di un ordine del giorno, ha conferito il riconoscimento di cittadino onorario a Benito Mussolini, di fatto adeguandosi a tutti i comuni italiani ai quali fu imposto l’approvazione di tale atto – si legge nell’ordine del giorno. – Considerato che Benito Mussolini è stato a capo della dittatura fascista nel nostro paese, la quale per oltre un ventennio ha soppresso qualsiasi tipo di libertà sociale, civile e politica. Ideatore di un sistema violento e oppressivo nei confronti di qualsivoglia avversario politico e minoranza. Colpevole di una brutale politica espansionistica ai danni di quelle che al tempo erano considerate colonie italiane. Responsabile di folli scelte che hanno spinto l’Italia nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania Nazista, ottenendo come unico risultato quello di centinaia di migliaia di morti. Colpevole della deportazione di migliaia di cittadini in campi di concentramento e sterminio e della promulgazione anche nel nostro paese delle leggi raziali di stampo nazista. E dunque in definitiva Mussolini deve essere considerato pienamente come il simbolo del periodo più̀ buio del nostro paese, che purtroppo ancora oggi è ricordato con nostalgia da qualcuno che fatica a chiudere quel capitolo di storia.
“Ritenuto che il conferimento della cittadinanza è un atto con il quale vengono riconosciuto particolari meriti e valori da parte della comunità̀ nei confronti di un individuo, è certamente da ritenersi in questo senso un atto incompatibile con la figura di Benito Mussolini. Non va dimenticato inoltre che proprio il nostro comune ha dato i natali a molti partigiani e partigiane grazie ai quali l’Italia si è potuta liberare dall’oppressione del regime, e che proprio nel nostro comune ogni anno viene commemorato il brutale eccidio di Montemaggio nel quale 19 partigiani persero la vita per mano fascista” conclude il documento.