C’è stato un tempo in cui eravamo piccoli ed i nostri genitori, gli adulti della nostra famiglia e a Siena anche gli anziani di contrada ci insegnavano a vivere e ad evitare pericoli dei quali non ci rendevamo conto. Qualcuno ricorderà il divieto di accettare alcunché dagli estranei o molto più tardi la prescrizione tutt’altro che balzana di far attenzione al nostro bicchiere in discoteca, di modo che nessuno potesse contaminarne il contenuto, o ancora nella nostra infanzia il divieto di allontanarci e sfuggire al controllo visivo dei nostri genitori. Viene poi un tempo nel quale si deve ricambiare il favore, perché nel novero dei soggetti vulnerabili, prima o poi, con l’età ci si ritorna.
Non è un caso che destinatari delle truffe agli anziani siano persone in là con gli anni, eredi di tempi probabilmente migliori, nei quali alcune regole erano maggiormente rispettate. I nostri anziani non s’aspettano che qualcuno se la possa prendere proprio con loro. Certo la loro disponibilità a parlare con chiunque deriva da un’educazione di base che li conduce in quella direzione e talvolta da un senso di solitudine che interviene comunque con l’andare degli anni, perché tanti amici non ci sono più, perché figli e nipoti hanno una loro vita che prevale su qualunque altra esigenza.
Da tempo i carabinieri della Provincia di Siena vanno effettuando conferenze sul tema, spiegando tecniche e modus operandi adottati dai truffatori, per ultimo in occasione di un grande incontro con le Contrade di qualche giorno fa. In realtà la questione è semplice ed intuitiva: non ci si deve fidare di nessuno, in particolare di chi chiede soldi raccontando storie pietose, o affermando di agire per scopi benefici in nome e per conto di enti pubblici, che mai e poi mai potrebbero riscuotere denaro contante casa per casa. Il classico degli ultimi tempi è la telefonata con la quale un sedicente carabiniere informa la vittima di un presunto incidente occorso ad un di lui familiare. Da tale notizia, che getta l’anziano nel panico, deriva una successiva richiesta di denaro e il fatto che si preannunci che a momenti qualcuno passerà a casa per riscuotere quel denaro. Per pagare e per morire c’è sempre tempo.
Sicuramente c’è il tempo per chiamare familiari amici e magari, anzi soprattutto, i carabinieri. Esiste un numero di emergenza al quale qualcuno deve rispondere giorno e notte ed è il 112. A chiamarlo non si disturba mai. Anzi i carabinieri saranno ben felici di rispondere e dare delle indicazioni, recriminando anzi assai spesso sul fatto che nessuno si sia preso la briga di metterli in allarme per tempo. Se poi si è trattato di un falso allarme sarà solo l’ennesimo, pazienza.
Occorre dunque che ognuno sensibilizzi i propri anziani, li metta in allarme perché il pericolo di truffe è reale e non ci si può fidare di nessuno. Al minimo dubbio debbono chiedere ausilio senza pensare di poter essere compatiti per questo, lo devono fare. Anche gli organi di informazione hanno fornito e stanno fornendo un grande contributo del quale si cominciano a raccogliere i frutti in termini di attenzione collettiva.
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