Che differenza c’è tra un vino DOC o un vino DOCG? Che cosa sono i vini IGT? Quali sono i vini migliori? Perché un vino è classificato DOCG? A queste domande cercheremo di rispondere per aiutarvi a capire meglio cosa stiamo bevendo o acquistando.
Per capire la classificazione dei vini italiani, possiamo immaginare una sorta di piramide (come quella nella foto, concessa da Federdoc), alla cui base si pongono i vini generici. Si tratta di vini in cui non c’è alcun riferimento all’origine, prodotti con uve provenienti da varie zone e che in etichetta non hanno l’obbligo di riportare né l’annata e generalmente nemmeno il vitigno impiegato. Al secondo posto della piramide troviamo gli IGP (Indicazione Geografica Protetta), che sono vini prodotti in una determinata regione o zona, le cui uve provengono per almeno l’85% esclusivamente da tale zona geografica. Ai vertici della piramide invece troveremo i vini DOP (Denominazione di Origine Protetta). Questi sono vini prodotti con uve provenienti esclusivamente e al 100% da una determinata zona o regione vinicola e comprendono sia i vini DOC (Denominazione di Origine Controllata) sia quelli DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).
Per i vini DOP (che comunque possono riportare sempre la dicitura DOC e DOCG) le regole di produzione sono molto più rigide rispetto a quelle degli altri vini, perché oltre ad essere prodotti in una zona specifica (a cui attiene un certo tipo di terreno e di condizioni climatiche o esposizione al sole), sono prodotti con determinati vitigni cd autoctoni (cioè originari di quelle regioni/zone vinicole). Ciò significa che anche se dovessi piantare una vigna di Sangiovese di Montalcino in California, non potrò mai produrre il Brunello di Montalcino.
La differenza tra un vino DOC e un vino DOCG (che ha sempre la fascetta, ossia il contrassegno dello Stato, mentre le DOC non sempre ce l’hanno) è semplicemente una maggiore rigidità nelle norme di produzione, con particolare riguardo al periodo e alle modalità di affinamento, nonché alla resa delle uve per ettaro, che nelle DOCG è di solito molto più ristretta rispetto alle DOC. Per questo motivo i vini DOCG sono generalmente più costosi delle DOC o degli IGP, senza per questo nulla togliere alla qualità del prodotto. Ad esempio un Rosso di Montepulciano può essere prodotto con gli stessi vitigni del Nobile di Montepulciano, ma l’invecchiamento sarà di 6 mesi per il primo tipo e di 24 per il secondo, e la resa delle uve per ettaro sarà di 70hl per il primo e 56 hl per il secondo. Questo esempio solo per farvi capire che un vino DOC può essere un buon rapporto di qualità/prezzo, mentre se si vuole acquistare un vino molto pregiato potrete sicuramente scegliere una DOCG.
Stefania Tacconi